Sanaa (Yemen), 21 mag. (LaPresse/AP) – La capitale dello Yemen Sanaa è stata oggi insanguinata dal peggior attentato terroristico degli ultimi anni. Almeno 96 persone sono morte e altre duecento sono rimaste ferite quando un uomo vestito in uniforme militare si è fatto esplodere durante le prove per una parata dell’esercito. A rivendicarne la responsabilità è stata, alcune ore dopo l’esplosione, il gruppo Al-Qaeda nella penisola arabica.
Obiettivo dell’attacco erano il ministro della Difesa e il capo di stato maggiore, attesi alle parata che si sarebbe dovuta svolgere domani in occasione della festa nazionale, per passare in rassegna le truppe. I soldati partecipanti all’esercitazione erano per lo più componenti della Sicurezza centrale dello Yemen, forza paramilitare guidata da Yahya Saleh, nipote del presidente deposto Ali Abdullah Saleh.
L’attentato arriva in un momento molto difficile e di instabilità per lo Yemen. Da mesi, infatti, il governo del presidente Abed Rabbo Mansour Hadi sta tentando di combattere i militanti che hanno approfittato del vuoto politico per radicarsi nel sud. Ed è stata proprio la branca locale di al-Qaeda a rivendicare l’azione, attraverso un comunicato inviato via email, in cui ha spiegato che uno dei suoi “santi guerrieri” ha condotto l’attacco suicida. L’attentato, ha spiegato il gruppo nella nota, è stato una risposta all’offensiva dell’esercito yemenita contro al-Qaeda nel sud del Paese. Nel comunicato al-Qaeda nella penisola arabica assicura che questo “è solo l’inizio della jihad” e avverte che i suoi militanti continueranno a organizzare attacchi contro la leadership yemenita.
Condanne contro l’attacco sono arrivate da tutto il mondo. Come riferisce il portavoce Farhan Haq, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha chiesto che i responsabili vengano portati davanti alla giustizia, facendo appello agli yemeniti affinché respingano ogni forma di violenza. In serata anche il Consiglio di sicurezza ha condannato “nei termini più duri” l’attacco terroristico. La nota del Consiglio definisce l’azione un “atto criminale e ingiustificabile”, a prescindere dalla motivazione e da chi siano gli autori.