Beirut (Libano), 20 mag. (LaPresse/AP) – Violenti scontri a fuoco si sono registrati nella notte nel distretto di Kfar Souseh, a Damasco, tra forze governative e soldati disertori. È quanto riferiscono gli attivisti dei Comitati di coordinamento locali e dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, che per ora non forniscono dettagli su vittime. Colpi di arma da fuoco, aggiungono, sono stati sentiti in diversi altri quartieri di Damasco.
Il distretto di Kfar Souseh ospita diverse agenzie di sicurezza e intelligence, ma è anche stato un focolaio di oppositori del presidente Bashar Assad. Gli scontri, spiega l’Osservatorio, sono scoppiati nei “pressi di un checkpoint”. I Comitati di coordinamento locali riferiscono invece che nel distretto sono arrivati “enormi rinforzi” in seguito ai combattimenti.
Intanto, questa mattina, attraverso un comunicato diffuso via internet, i ribelli hanno annunciato di aver condotto un sofisticato attacco uccidendo importanti funzionari politici e della sicurezza che si stavano incontrato nella capitale. Tra le vittime, scrivono, ci sarebbero il maggiore generale Assef Shawkat, vice capo di stato maggiore per gli affari della sicurezza, il ministero della Difesa Dawoud Rajha, il ministro dell’Interno Mohammad al-Shaar, e l’ex ministro della Difesa, Hassan Turkmani. Al-Shaar ha però smentito la notizia in una telefonata all’emittente di stato siriana, definendola “ridicola”. “Vi sto parlando dal mio ufficio al ministero dell’Interno”, ha aggiunto. Anche Turkmani ha telefonato all’emittente, dichiarando che le notizie diffuse sono la prova del “fallimento dei media”. “I miei colleghi ed io – ha detto – stiamo continuando a portare avanti i nostri doveri per servire il Paese. Questo sono menzogne palesi”.
Sempre oggi, Jean Marie Guehenno, vice dell’ex segretario delle Nazioni unite Kofi Annan, inviato speciale per la Siria, ha incontrato una delegazione di tre rappresentanti dell’organismo di coordinamento nazionale delle forze per il cambiamento democratico. Abdul-Aziz al-Kheir, portavoce del gruppo di opposizione, spiega che i colloqui si sono concentrati sulla messa in atto del piano di Annan. Il gruppo, ha dichiarato, ha chiesto “un genuino e complessivo cessate il fuoco” come unica strada per giungere a un processo politico che possa risolvere la crisi.