Washington (Usa), 17 mag. (LaPresse/AP) – Con 222 voti favorevoli e 205 contrari, la Camera degli Stati Uniti a maggioranza Gop ha approvato una legge redatta dai repubblicani che protegge le donne dalle violenze domestiche, norma criticata da democratici e gruppi per i diritti umani perché esclude immigrate, native americane e omosessuali. I Gop hanno votato perché il Violence against women act, legge del 1994, ritorni in vigore per altri cinque anni dopo essere scaduto l’anno scorso. Il Senato ha già dato il via libera alla norma, ma le differenze con il presidente Barack Obama e altri deputati democratici rimangono. Non è chiaro se queste saranno riconciliate prima delle presidenziali di novembre o se la norma sarà invece usata come arma per la campagna elettorale. Prima del voto, avvenuto nella tarda serata di ieri, la Casa Bianca ha diffuso una nota dichiarando che Obama potrebbe porre il veto alla norma. Secondo il comunicato, la legge Gop “prende di mira direttamente le immigrate vittime di violenze domestiche e assalti sessuali” e mette a repentaglio queste vittime inserendole “direttamente sulla via che porta agli abusi”.
L’approvazione della legge arriva in un momento particolarmente importante, in quanto l’elettorato femminile rappresenta una parte fondamentale per le presidenziali e le principali vittime di violenze domestiche sono, appunto, le donne. Il Violence against women act prevede l’invio di milioni di dollari a programmi che offrono una serie di aiuti, tra cui assistenza legale alle vittime, applicazione di ordini di protezione e alloggio provvisorio. La norma era stata approvata il mese scorso al Senato con 68 voti favorevoli e 31 contrari, ma comprendeva emendamenti che inserivano in modo specifico gay, bisessuali e transgender. La versione aggiornata dalla Camera omette invece nuovamente queste categorie.
Due deputate, una repubblicana e una democratica che in passato hanno subito violenze, sono intervenute durante il dibattito alla Camera per ricordare ai colleghi che gli abusi sulle donne vanno al di là del semplice dibattito politico. “L’uomo che ho sposato aveva una propensione per l’alcol e diventava molto violento quando beveva”, ha riferito la repubblicana Sandy Adams, una delle sostenitrici della norma. La democratica Gwen Moore ha invece raccontato la sua esperienza di vittima di stupro. “L’ho portato in tribunale, ma invece sono finita io in aula”, ha riferito. “Ho dovuto dimostrare da vittima di non aver fornito accuse false. Hanno tirato fuori la questione che fossi una madre non sposata. Forse lo avevo sedotto. Hanno persino parlato di come ero vestita”, ha raccontato.