Atene (Grecia), 10 mag. (LaPresse/AP) – L’uscita della Grecia dall’euro danneggerebbe sia Atene che l’Europa, ma le misure di austerità imposte dai creditori internazionali sono troppo severe e devono essere cambiate. Insistere su misure così rigide porterà alla disintegrazione della moneta comune. È la convinzione di Alexis Tsipras, leader del partito greco di sinistra Syriza, giunto secondo alle ultime elezioni legislative e che, secondo i sondaggi, in caso di nuovo voto chiuderebbe in testa.

“Non possiamo permetterci di ignorare quello che ci ha chiesto la gente. Il popolo greco – ha detto Tsipras intervistato da Associated Press – ha dato un chiaro mandato per cancellare queste severe misure di austerità che per i passati due anni e mezzo ci hanno portato alla catastrofe. Se questa condizione di base che stiamo fissando nella negoziazione non viene accettata, è chiaro che non possiamo prendere parte a un governo”. Tuttavia, il leader di Syriza, che ieri ha fallito nel tentativo di formare una coalizione per guidare il Paese con gli altri partiti, ha riconosciuto che uscire dall’euro sarebbe “uno sviluppo particolarmente negativo, non solo per la Grecia ma per tutta l’Europa”.

Secondo il politico 38enne, l’aiuto europeo alla Grecia dovrebbe continuare, ma insistere troppo sulle misure di austerità potrebbe portare al collasso del progetto della moneta comune. “Stiamo dicendo che la ricetta deve cambiare. Fino a poco tempo fa – continua Tsipras – ci hanno detto che la ricetta era giusta, ma il cuoco non era bravo. Non è vero. Ovunque sia applicata la ricetta dell’austerità il risultato sarà un fallimento. Molto presto Angela Merkel dovrà confrontarsi con la realtà. Si troverà nella difficile situazione di affrontare la disintegrazione dell’eurozona se insisterà su queste politiche di austerità”.

Se Atene non rispetterà i termini dell’accordo internazionale non riceverà più i prestiti a cui si affida da maggio 2010 per evitare il fallimento. Tuttavia, Tsipras ribadisce che il suo partito proverà a “convincere i partner europei che, cancellando ogni sforzo di sostegno finanziario ad Atene, non stanno solo colpendo la Grecia, ma stanno mettendo in grande pericolo la stessa eurozona e la coesione sociale dell’Europa”. Domani il leader di Syriza dovrà incontrare nuovamente l’ex ministro delle Finanze e leader del Pasok, Evangelos Venizelos, per proseguire i colloqui. Venizelos, a cui oggi è stato dato l’incarico di formare il nuovo governo dopo che né il leader di nuova democrazia Antonis Samaras, né lo stesso Tsipras ci sono riusciti, ha tre giorni di tempo per raggiungere l’obiettivo. In caso contrario si dovrà andare nuovamente al voto.

E proprio in serata è stato pubblicato il primo sondaggio dopo le elezioni di domenica. Secondo il rilevamento, Syriza sarebbe il partito più votato in caso si andasse nuovamente alle urne, con quasi il 27,7% delle preferenze, rispetto al 16,8% ottenuto nel voto di domenica scorsa, ottenendo così 128 seggi in Parlamento. L’indagine, pubblicata da Marc per l’emittente privata Alpha Tv, indica che i conservatori di Nuova democrazia avrebbero un piccola crescita arrivando al 20,3%, ossia 57 seggi, e il Pasok un nuovo calo, con il 12,6%. Gli estremisti di destra di Alba d’Oro sono accreditati invece del 5,7%, ossia 16 seggi.

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