Kabul (Afghanistan), 2 mag. (LaPresse/AP) – Un anno fa moriva Osama bin Laden, numero uno di al-Qaeda, ucciso dalle forze speciali statunitensi nel raid del 2 maggio 2011 ad Abbottabad, in Pakistan. L’evento è stato ricordato dal presidente Usa Barack Obama, arrivato a sorpresa nella notte in Afghanistan, dove ha tenuto un discorso alla nazione rinnovando l’impegno di Washington per la lotta ad al-Qaeda. Dopo la morte dello sceicco del terrore, ha dichiarato Obama, “abbiamo visto la luce di un nuovo giorno”. La notizia dell’uccisione di Bin Laden era stata data direttamente dal presidente statunitense in un discorso ufficiale alla Casa Bianca trasmesso in tutto il mondo. Già allora, il presidente aveva dichiarato che “la morte di Bin Laden non segna la fine dei nostri sforzi, perché non c’è dubbio che al-Qaeda continuerà a lanciare attacchi contro di noi per cui dobbiamo rimanere vigili”. Ieri sera Obama ha ribadito che l’obiettivo di Washington “è distruggere al-Qaeda e siamo sul sentiero per fare esattamente questo”.
Dopo l’annuncio della morte si erano tenute manifestazioni e celebrazioni in tutto il Paese, ma l’entusiasmo diminuì poi a causa del dibattito relativo al corpo di Bin Laden, secondo la versione ufficiale buttato nel mar Arabico dopo un rito islamico a bordo di una portaerei statunitense. Molti hanno contestato questa tesi per la mancanza di prove, anche in seguito alla decisione della Casa Bianca di non diffondere le fotografie del corpo. Il giorno dopo l’operazione dei Navy Seal, i talebani avevano messo in dubbio la morte di Bin Laden: “La notizia – avevano sostenuto – sta arrivando solo da una parte, quella dell’ufficio di Obama”. Il portavoce dei militanti, Zabiullah Mujahid, aveva dichiarato che non ci potevano essere conferme a causa della mancanza di prove.
Il dibattito sulle immagini del cadavere proseguì per settimane, ma Obama decise di non mostrare alcuna fotografia del cadavere. “Le foto sono molto raccapriccianti”, disse il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. “Non vogliamo – aggiunse – che queste immagini diventino un’icona per opinioni contro il nostro Paese, la priorità del presidente è la sicurezza interna e all’estero. Non c’è bisogno di pubblicare le foto per dimostrare che si tratta di Bin Laden e il presidente l’ha detto chiaramente, noi non siamo questo, non vogliamo mostrare trofei”. Lo sceicco fu ucciso dalle forze speciali Navy Seal in un compound di Abbottabad, in Pakistan, dove si nascondeva con i familiari. Gli effetti della successiva disputa con il governo di Islamabad, accusato di conoscere il nascondiglio dell’ex leader di al-Qaeda, si sentono ancora oggi. Il Pakistan ha condannato più volte il raid Usa, lanciato all’insaputa dell’intelligence locale e definito “unilaterale” dal primo ministro Yousuf Raza Gilani e “un attacco alla nostra sovranità” dall’ex premier Nawaz Sharif.
La prima vendetta dei talebani per l’uccisione di Bin Laden arrivò il 13 maggio, quando almeno 80 persone morirono e altre 117 rimasero ferite in diversi attentati in Pakistan. Il movimento militante ha lanciato diversi attacchi come ritorsione per il raid del 2 maggio, l’ultimo oggi a Kabul, dove sono morte sette persone e altre 17 sono rimaste ferite. Il portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, ha spiegato che gli attentati nella capitale afghana sono “una reazione alla visita di Obama in Afghanistan”.