Pakistan, premier Gilani condannato per oltraggio a Corte suprema

Islamabad (Pakistan), 26 apr. (LaPresse/AP) – La Corte suprema del Pakistan ha condannato il primo ministro Yousuf Raza Gilani per oltraggio alla Corte per essersi rifiutato di dare seguito agli ordini della magistratura di sollecitare alla Svizzera la riapertura di un vecchio caso di corruzione contro il presidente Asif Ali Zardari, suo alleato politico.

LA SENTENZA DI CONDANNA. La sentenza ha soprattutto un valore simbolico visto che Gilani non andrà in prigione, perché è stato condannato a un fermo soltanto fin quando i giudici non sarebbero usciti dall’aula. La sentenza recitava precisamente che Gilani è colpevole di oltraggio alla Corte ma avrebbe scontato la pena solo “fino a quando i giudici non si sarebbero alzati” o avrebbero lasciato l’aula, il che è successo tre minuti dopo la pronuncia del verdetto. Nelle prossime settimane o mesi tuttavia il premier, avendo una condanna a suo carico, potrebbe dover affrontare una destituzione dal ruolo che ricopre. Alla lettura della sentenza Gilani ha sorriso.

A COSA SI RIFERISCONO LE ACCUSE. Il caso al quale si riferiscono le accuse risale agli anni ’90, quando l’attuale presidente pakistano Zardari e la moglie Benazir Bhutto (morta in un attentato nel 2007) avrebbero ricevuto milioni di dollari di tangenti da società svizzere mentre la Bhutto era in carica. Nel 2003 Zardari e la Bhutto furono riconosciuti colpevoli in contumacia da una Corte svizzera; Zardari presentò ricorso in appello, ma le autorità svizzere chiusero il caso nel 2008 su richiesta del governo pakistano, perché intanto Islamabad aveva indetto un’amnistia dando l’immunità a Zardari e altri per i vecchi casi di corruzione e permettendo tra l’altro alla Bhutto di tornare dall’esilio e presentarsi alle elezioni. Nel 2009, però, la Corte suprema ha dichiarato l’amnistia incostituzionale.

COME SI DIFENDE GILANI. I giudici, dunque, accusano Gilani di “oltraggio alla Corte” per non aver applicato la sentenza del 2009, che ordinava al governo di riaprire il procedimento contro Zardari annullando l’amnistia decisa da Pervez Musharraf nel 2007. Il premier è accusato in sostanza di essersi rifiutato di scrivere una lettera alle autorità svizzere – cosa che gli era stata più volte richiesta dalla Corte – per chiedere la riapertura del caso di corruzione contro Zardari. Gilani sostiene di non aver inviato la lettera perché il presidente gode dell’immunità presidenziale e per rispetto a Benazir Bhutto, ex moglie di Zardari morta in un attentato nel 2007, che era coinvolta nel caso. Il Partito popolare pakistano, quello di Gilani, sostiene che la Corte suprema abbia portato avanti il caso perché non corre buon sangue tra il presidente della Corte Iftikhar Mohammad Chaudry e il presidente del Paese Zardari.