L’Aia (Olanda), 23 apr. (LaPresse/AP) – Dopo lo strappo del fine settimana nei colloqui sulla riduzione del deficit con il deputato euroscettico e anti islamico Geert Wilders, il primo ministro olandese Mark Rutte e il suo governo hanno rassegnato le dimissioni. Dopo una breve riunione di Gabinetto, Rutte si è recato oggi a palazzo reale dalla regina Beatrice, la quale ha accettato la decisione. Domani, l’ormai ex premier si presenterà al Parlamento per discutere i tagli al bilancio e programmare nuove elezioni, che l’opposizione chiede si tengano prima possibile.

Le speranze di Rutte di raggiungere un accordo per ridurre il deficit a un livello inferiore al 3%, come chiesto dall’Unione europea, si sono dissolte sabato, quando Geert Wilders ha abbandonato il confronto con il governo. Il suo Partito per la libertà non faceva parte dell’esecutivo, ma ne assicurava la sopravvivenza tramite l’appoggio per il voto su alcune questioni chiave. Il pacchetto al vaglio nei colloqui comprendeva tagli agli aiuti internazionali e un aumento dell’età pensionabile dai 65 ai 66 anni. Dal 2010, quando è salito al governo, Rutte ha tagliato la spesa pubblica di 18 miliardi di euro ma, secondo le stime del Central Plan Bureau, think tank economico del governo olandese, ci sarebbe bisogno del taglio di almeno altri 9 miliardi di euro.

La decisione di Wilders, che nei prossimi giorni sarà in Usa per presentare il suo nuovo libro ‘Marked for Death. Islam’s war against the West and Me’, è stata criticata da molti, tra cui il commissario europeo per l’Agenda digitale, Neelie Kroes. Secondo quest’ultima, Wilders si è comportato da ipocrita, perché l’Olanda, insieme alla Germania, aveva insistito affinché l’Ue introducesse il limite del deficit del 3%. “Puntare il dito contro Bruxelles è stupido, falso, dispersivo e non risolve nulla”, ha affermato la Kroes in un’intervista all’emittente di Stato olandese Nos. La Kroes, che fa parte del partito Vvd di Rutte, ha aggiunto di aspettarsi comunque che l’Olanda presenterà un budget preliminare per il 2013 entro il 30 aprile, come gli altri Paesi.

Questo è ciò che ha promesso il ministro delle Finanze Jan Kees de Jager, che si è detto anche ottimista sulla prospettiva che un governo ad interim riesca a trovare un accordo su alcuni tagli con i partiti di opposizione in Parlamento. Parlando con i giornalisti prima dell’annuncio delle dimissioni, ha detto: “Mostreremo ai mercati finanziari, in consultazione con il Parlamento, che la disciplina di bilancio decennale dell’Olanda sussisterà”. Anche se il debito nazionale olandese è relativamente basso, l’economia del Paese è in recessione, e nel 2012 il deficit potrebbe raggiungere il 4,6% del pil.

Duri i commenti dell’opposizione in seguito alle dimissioni. Secondo Diederik Samsom, leader del partito laburista all’opposizione, Rutte “è venuto meno a un impegno nel momento peggiore” per l’economia olandese. “Dobbiamo dare chiarezza al Paese prima possibile”, ha aggiunto. Alcuni parlamentari dell’opposizione si sono detti disposti a collaborare con Rutte per redigere il budget del 2013. Tuttavia, Samsom ha ribadito che le norme dell’Ue non sono sacre. “Per quanto ci riguarda – ha detto – non è necessario raggiungere il 3% entro il 2013”.

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