Reykjavík (Islanda), 23 apr. (LaPresse/AP) – La corte speciale islandese Landsdomur ha riconosciuto colpevole l’ex primo ministro Geir Haarde di un’accusa legata alla crisi bancaria del Paese, ma lo ha assolto dagli altri tre capi di imputazione nei suoi confronti. I 15 membri del Landsdomur, corte fondata nel 1905 per occuparsi di accuse penali contro i ministri del governo nazionale, hanno annunciato che l’ex premier non dovrà tuttavia affrontare alcun tipo di pena e lo Stato pagherà le spese per la sua difesa. Haarde, che ha guidato il governo islandese dal 2006 al 2009, è stato il primo leader di governo al mondo ad affrontare un processo penale a causa della crisi bancaria globale. La corte ha emesso un verdetto di 500 pagine sul caso, ma ne ha annunciato al pubblico solo un breve riassunto.
“Lasciatemelo dire chiaramente – ha commentato Haarde dopo la lettura del verdetto – credo che la maggioranza dei giudici abbia ceduto alle pressioni politiche nel caso e deciso di dare all’accusa un piccolo premio di consolazione per giustificare questo ignobile e costoso processo. L’accusa per cui sono stato riconosciuto colpevole non ha niente a che fare con le origini della crisi finanziaria o con il modo in cui l’ho affrontata”. L’accusa di cui l’ex capo di governo è stato riconosciuto colpevole è stata non aver preso l’iniziativa per garantire “una analisi completa e professionale sul rischio della crisi finanziaria da parte dello Stato”. Assolto invece da altre tre ipotesi di reato: non aver agito per ridurre la dimensione del sistema bancario, non aver garantito che i conti della Icesave, marchio della banca nazionale Landsbanki, nel Regno Unito venissero trasferiti a una sussidiaria, e non aver prodotto migliori risultati rispetto al resoconto del governo del 2006 sulla stabilità finanziaria.
All’annuncio della sentenza, Haarde, ex leader del Partito di Indipendenza, ha sorriso e stretto le mani dei suoi sostenitori. L’ex premier, che si è sempre detto innocente rispetto a tutte le accuse, rischiava una condanna a due anni di carcere. Haarde ha poi riferito che sta considerando la possibilità di presentare appello alla Corte europea per i diritti dell’uomo contro la condanna, e ha continuato: “Sono stato riconosciuto parzialmente colpevole per non aver discusso la situazione finanziaria dei mercati abbastanza frequentemente negli incontri di Gabinetto, nel periodo che ha preceduto la crisi nel 2008. Questa è ovviamente un’accusa puramente formale. Non ha nulla a che vedere con la crisi delle banche come tale. Posso dirvi che ho sempre trovato questa accusa più ridicola di altre”. In origine, l’ex premier era stato accusato di sei reati, ma due sono stati ritirati a ottobre. Durante la crisi dell’ottobre 2008, le tre principali banche islandesi collassarono in una sola settimana.
Durante una testimonianza del 5 marzo, Haarde aveva dichiarato che né lui né i regolatori finanziari conoscevano il reale status delle finanze delle banche islandesi fino al momento del collasso. “I banchieri – aveva detto – non hanno capito che la situazione era così terribile”. La corte speciale che ha giudicato l’ex premier era composta da cinque giudici della Corte suprema, un presidente di corte distrettuale, un professore di legge costituzionale, e otto persone scelte dal Parlamento.