Manama (Bahrain), 23 apr. (LaPresse/AP) – È stata rimandata al 30 aprile in Bahrain l’udienza d’appello del processo all’attivista Abdulhadi al-Khawaja, in sciopero della fame da 11 settimane. Il caso di Al-Khawaja è diventato un simbolo della rivolta contro la monarchia del Golfo anche per le pressioni internazionali che si sono sollevate per il suo rilascio, in particolare da parte della Danimarca.
Al-Khawaja, 52 anni, è l’ex direttore del gruppo Frontline Defenders Rights per Medioriente e Nord Africa e ha anche documentato abusi per i diritti umani in Bahrain per conto di Amnesty International e Human Rights Watch. È stato arrestato nell’aprile del 2011 e condannato all’ergastolo insieme ad altri sette attivisti sciiti per il suo ruolo nella rivolta e ha cominciato a digiunare lo scorso 8 febbraio. Questo mese la Danimarca ha presentato in Bahrain la richiesta di prendere in custodia l’attivista, che è anche cittadino danese, ma il Consiglio giudiziario supremo del Bahrain ha respinto la richiesta. Al-Khawaja è sposato e ha quattro figlie; ha vissuto in esilio per decenni ed è tornato in Bahrain dopo che il governo ha annunciato l’amnistia generale nel 2001.
“La situazione è molto seria”, ha detto il ministro degli Esteri danese Villy Soevndal in un’intervista televisiva. Le organizzazioni per i diritti umani hanno criticato il rinvio di oggi dell’udienza d’appello come una nuova negazione di giustizia per Al-Khawaja nonostante l’appello internazionale a velocizzare il processo. In Bahrain almeno 50 persone sono rimaste uccise nella rivolta cominciata a febbraio 2011 e una persona è morta sabato durante le proteste contro il Gran premio di Formula 1, che si è tenuto ieri. L’anno scorso il Gp in Bahrain era stato annullato per le preoccupazioni legate alla sicurezza.