Bruxelles (Belgio), 19 apr. (LaPresse/AP) – L’Unione europea sospenderà la maggior parte delle sanzioni imposte alla Birmania per un anno, in risposta ai progressi verso la democrazia del Paese. Lo hanno reso noto due ufficiali dell’Unione europea, aggiungendo che i ministri degli Esteri dell’Ue lo annunceranno lunedì in Lussemburgo. Le fonti hanno parlato con la condizione dell’anonimato perché la decisione non è ancora stata divulgata ufficialmente. La sospensione, che durerà un anno con una possibile revisione dopo sei mesi, riguarda più di 800 aziende e circa 500 persone.
Anche la sanzione che prevede la sospensione degli aiuti allo sviluppo sarà revocata. Resterà invece in vigore l’embargo sulle armi e sugli equipaggiamenti che possono essere usati per la repressione interna al Paese. Le fonti hanno precisato che la sospensione delle sanzioni è già stata concordata, anche se non ancora presa formalmente. La Birmania, per lungo tempo una dittatura, sembra aver intrapreso un importante percorso di transizione verso la democrazia. L’anno scorso la giunta militare ha ceduto il potere a un nuovo governo, che si è impegnato in riforme tra cui l’apertura al dialogo con la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, permettendole di correre per un seggio in Parlamento, da lei vinto.
Il primo ministro britannico David Cameron ha visitato questo mese la Birmania, primo leader di un Paese occidentale a entrare nel Paese da quando il regime militare si è allentato. Anche l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea, Catherine Ashton, vi si recherà, in un viaggio programmato per la fine del mese. Ieri, intanto, il partito della Suu Kyi, Lega nazionale per la democrazia, ha annunciato che la leader dell’opposizione sarà in Europa a giugno, nel suo primo viaggio all’estero dal 1988, da quando rientrò in Birmania per accudire la madre malata e non ne uscì più per timore che non le fosse più consentito rientrare. Farà tappa in Norvegia e Regno Unito.