Afghanistan, 47 morti. Talebani: Non è ancora l’offensiva di primavera

Kabul (Afghanistan), 16 apr. (LaPresse/AP) – I militanti della rete terroristica Haqqani sono i responsabili della serie di attacchi coordinati di ieri in Afghanistan. Lo ha comunicato stamani il ministro dell’Interno Besmillah Mohammadi, riportando quanto rivelato durante un interrogatorio da un miliziano arrestato dopo gli scontri nella provincia di Nangarhar. Haqqani è un gruppo di combattenti con stretti legami con i talebani e con al-Qaeda, che si ritiene composto da circa 10mila militanti. Parlando con i giornalisti, il ministro ha aggiunto che negli attacchi sono morte in tutto 47 persone, di cui 36 insorti, otto membri delle forze di sicurezza afghane e tre civili. Venticinque civili e 40 tra soldati, agenti e uomini dei servizi segreti sono rimasti feriti. Intanto il portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid, che ieri aveva subito rivendicato la responsabilità delle operazioni, ha detto che non segnano l’inizio dell’offensiva di primavera, che comincerà presto.

Stamattina Kabul si è svegliata al suono di esplosioni e spari, che sono terminati poco prima delle 8 locali, le 5:30 in Italia, dopo 18 ore di combattimenti. I militanti avevano infatti lanciato l’attacco simultaneo ad ambasciate, base Nato ed edifici del governo ieri intorno alle 13:30. Gli scontri erano stamani ancora in corso in un edificio vicino al Parlamento, nell’area sudoccidentale della città, e in un palazzo in centro dove i ribelli si erano asserragliati. Le forze afghane alle prime luci dell’alba hanno iniziato a lanciare verso la struttura una granata dietro l’altra, dopo gli attacchi degli elicotteri Nato della notte. L’edificio, in costruzione, si trova davanti al palazzo presidenziale, alle ambasciate occidentali e ai ministeri. In base a quanto comunicato dal tenente colonnello Jimmie Cummings, portavoce della Nato, le ambasciate di Stati Uniti, Germania e Regno Unito sono state esposte al fuoco diretto e indiretto.

Poco prima delle 3 di stanotte (mezzanotte e mezzo in Italia), gli elicotteri della coalizione hanno iniziato a volare sopra la struttura. Alle 4:23 l’altoparlante della zona ha diffuso il richiamo del muezzin alla preghiera. Durante i successivi 15 minuti, le truppe hanno lanciato cinque granate contro l’edificio. Ne sono seguite altre. Intorno alle 6:30 le esplosioni si sono fermate. Circa un’ora e mezzo dopo si sono conclusi i combattimenti anche all’altro edificio, quello vicino al Parlamento. “I terroristi cercano di minare il processo di trasferimento della sicurezza alle forze afghane, ma non sono in grado di farlo”, ha dichiarato stamani Mohammadi. “Vogliono creare paura tra la gente”. La maggior parte delle forze internazionali lascerà l’Afghanistan entro la fine del 2014.

Oltre che a Kabul, i militanti hanno agito anche nelle province di Paktia, Logar e Nangarhar, dove attentatori suicidi hanno attaccato una base Nato, un aeroporto e postazioni della polizia. “Un terrorista che è stato arrestato in provincia di Nangarhar ha confessato, dicendo: ‘E’ stata la rete di Haqqani che ha lanciato questi attacchi'”, ha spiegato il ministro.

Nelle strade del quartiere Wazir Akbar Khan di Kabul, dove si trovano la base Nato e le ambasciate, i residenti stanno lasciando pian piano i nascondigli. “Ho visto due Land Cruiser accostare e due militanti sono saltati giù dalle macchine”, racconta Mohammad Zakar, meccanico di 27 anni che ha un negozio vicino all’edificio preso dai militanti. “Hanno aperto il fuoco – continua – contro una guardia del servizio di intelligence … Hanno anche sparato e ucciso un poliziotto afghano e poi sono corsi dentro l’edificio. Tutti i negozi hanno chiuso. Io sono scappato”.

I militanti hanno attaccato anche un base della Nato alla periferia di Kabul e forze greche e turche hanno risposto ai bombardamenti sparando con mitragliatrici pesanti contro gli insorti.

Il portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid, dopo aver rivendicato tutte le operazioni, ha detto ieri che decine di attentatori suicidi e uomini armati sono stati coinvolti negli attacchi pianificati nel corso di due mesi per dimostrare il potere del movimento, definito più debole dalla Nato. Stamani, tramite un messaggio ad Associated Press, ha precisato che gli attacchi di ieri non segnano l’inizio dell’offensiva di primavera, che comincerà a breve. “Si tratta di un messaggio per l’offensiva di primavera, ma questa non è ancora iniziata”, si legge. “L’offensiva – continua il messaggio – inizierà a breve e sarà annunciata con il suo nome e con lo scopo dell’operazione”. L’anno scorso, i talebani hanno nominato ‘Badr’ la loro offensiva di primavera, richiamando una delle vittorie militari decisive del profeta Maometto.