Gerusalemme, 15 apr. (LaPresse/AP) – Centinaia di poliziotti israeliani pattugliano l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, dove oggi sono attesi da tutte le parti del mondo attivisti che si battono per la causa palestinese. E’ infatti il giorno della cosiddetta ‘Flytilla’, spedizione aerea destinata in Cisgiordania e organizzata dal gruppo ‘Welcome to Palestine’ per denunciare l’occupazione israeliana dei territori palestinesi e portare aiuto agli abitanti dell’area.
Sabine Haddad, portavoce del ministero dell’Interno, ha riferito che in tarda mattinata è stato negato l’ingresso a due manifestanti, uno canadese e uno portoghese, che saranno rispediti nei Paesi d’origine.
Le compagnie aeree internazionali nei giorni scorsi hanno cancellato su richiesta di Israele le prenotazioni di un centinaio di attivisti segnalati da Tel Aviv. Haddad ha confermato che lo Stato ebraico ha inviato loro un elenco con i nomi di attivisti sospetti, chiedendo di bloccarli al check-in o altrimenti dovranno pagare il volo di rimpatrio, oltre a rischiare sanzioni non meglio specificate. Alcune persone bloccate all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi stanno intanto improvvisando proteste.
L’organizzatrice della campagna Amira Musallam ha detto di attendere comunque centinaia di attivisti.
Una delle finalità della protesta è attirare l’attenzione sul modo in cui Israele controlla l’accesso alle aree palestinesi. Chi vuole raggiungere la Cisgiordania da occidente deve infatti necessariamente passare dai valichi controllati da Israele o dagli aeroporti dello Stato ebraico. Chi viaggia nei territori riferisce spesso di aver subito rigidi controlli e interrogazioni, a volte per ore, dalle autorità di frontiera israeliane. Israele limita inoltre l’accesso alla Striscia di Gaza, anche a giornalisti stranieri, diplomatici e operatori umanitari.