Gerusalemme, 15 apr. (LaPresse/AP) – Sono 49 gli attivisti filopalestinesi fermati all’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv, e ai quali le autorità hanno impedito l’ingresso in Israele. Lo riferisce il ministro dell’Interno israeliano, Eli Yishai, precisando che la maggior parte dei fermati è atterrata con voli provenienti da Francia, Spagna, Svizzera, Canada, Italia e Portogallo. Gli attivisti intendevano partecipare all’iniziativa ‘Flytilla’, organizzata dal gruppo ‘Welcome to Palestine’ per denunciare l’occupazione israeliana dei territori palestinesi e portare aiuto agli abitanti dell’area. Almeno 12 sono stati rimessi a bordo di aerei per il rimpatrio e gli altri sono in attesa di essere espulsi. In serata è atteso a Tel Aviv l’arrivo di altri attivisti.
Centinaia di agenti di polizia sono stati dispiegati dentro e intorno all’aeroporto. Il portavoce della polizia, Micky Rosenfeld, ha riferito che nove simpatizzanti israeliani sono stati interrogati in aeroporto dopo aver causato “disturbo della quiete pubblica” per esempio srotolando striscioni pro-palestinesi. Amira Musallam, una degli organizzatori della campagna della Flytilla ha detto che non era a conoscenza di nessun attivista che fosse riuscito a uscire dall’aeroporto, spiegando che in questo modo è a rischio la riuscita del programma di una settimana che il gruppo aveva previsto. Il programma includeva un progetto per rinnovare una scuola, piantare alberi e “fare conoscere i territori palestinesi”. La Musallam ha spiegato che “lo scopo di ‘Welcome to Palestine’ è di far sì che quando ci sono ospiti che arrivano in Palestina a Ramallah, Hebron e Betlemme dovrebbero poter dire che stanno andando in Palestina e non dovrebbero mentire”.