Kabul (Afghanistan), 23 mar. (LaPresse/AP) – Robert Bales, il soldato statunitense ritenuto responsabile della strage di civili in due villaggi afghani, è stato ufficialmente accusato di 17 omicidi premeditati. Questo capo d’accusa prevede, in caso di condanna, la pena di morte. Il soldato dovrà inoltre rispondere di sei tentati omicidi e sei aggressioni. Lo rende noto il colonnello Gary Kolb, portavoce delle forze Usa in Afghanistan. Il 38enne, padre di due figli e originario di Lake Tapps, nello stato di Washington, è accusato di aver lasciato la sua base militare nella notte dell’11 marzo e di aver ucciso nove bambini e otto adulti bruciando poi alcuni corpi. Nell’assalto, avvenuto nel distretto di Panjwai, nella provincia di Kandahar, sono anche rimasti feriti altri sei afghani.
Il massimo della pena per l’omicidio premeditato, spiega Kolb, è la morte, a cui si aggiungono il congedo disonorevole dalle forze armate, la riduzione al grado militare più basso e la perdita totale della retribuzione e dell’indennità. Il minimo della pena è invece l’ergastolo con possibilità di libertà vigilata. Secondo gli esperti legali, in questo caso difficilmente sarà decisa l’esecuzione. L’esercito non esegue una condanna a morte su un soldato dal 1961, quando un addetto alle munizioni fu impiccato per aver violentato una bambina di 11 anni in Austria. Nessuno dei sei uomini attualmente nel braccio della morte a Fort Leavenworth è stato condannato per atrocità contro civili stranieri.