Parigi (Francia), 12 mar. (LaPresse/AP) – Nella giornata mondiale contro la cyber-censura, Reporter senza frontiere (Rsf) pubblica oggi il suo annuale elenco Nemici di internet, sottolineando come la primavera araba abbia influito sulla questione della libertà in rete. Tra le sorprese, peggiora la situazione in Francia, mentre la Libia esce dei Paesi sotto sorveglianza. L’organizzazione definisce ‘nemici’ i Paesi che limitano drasticamente la libertà di espressione e l’accesso a internet. Il gruppo compila inoltre un elenco di Paesi “sotto sorveglianza”.
Quest’anno tra i Paesi nemici è compreso anche il Bahrain, incluso per aver bloccato la diffusione di alcune notizie e per le repressioni subite dai blogger che raccontano le proteste della maggioranza sciita. Finora il Paese era sotto sorveglianza. La primavera araba, sottolinea Rsf, ha portato anche all’apertura di alcuni regimi e al miglioramento della situazione in alcuni Stati.
La Libia, per esempio, è stata rimossa dalla lista dei Paesi sotto sorveglianza. “Ci sono ancora molte sfide in Libia, ma la caduta del regime di Gheddafi ha segnato la fine dell’era della censura”, dice il dossier di Rsf. Secondo l’organizzazione, le rivolte nel mondo arabo hanno sottolineato l’importanza di internet e di conseguenza della necessità di garantire accesso alla rete e libertà di espressione. “Internet e i social network si sono affermati come strumenti per protestare, organizzare campagne e far circolare informazioni e per trasmettere libertà”, scrive il gruppo. “Più che mai – aggiunge – la libertà di espressione online è ora un’importante questione di politica estera e interna”.
Tra i Paesi nemici ci sono Stati noti per aver più volte bloccato l’accesso alla rete, come Cina, Birmania e Corea del Nord. Nell’elenco di quelli sotto sorveglianza ci sono invece alcune sorprese come Francia e Australia, criticata per aver convinto fornitori di rete a creare un sistema nazionale per filtrare contenuti. La Francia è invece finita nell’elenco l’anno scorso a causa di una serie di accuse penali nei confronti di giornalisti, processati per gli articoli che hanno scritto. Quest’anno Parigi continua a essere sotto sorveglianza a causa di una legge che prevede la possibilità di punire persone che più volte scaricano contenuti illegalmente, tagliando loro l’accesso a internet.