Siria, 52 morti nel Paese, reporter tornati in Francia

Beirut (Libano), 2 mar. (LaPresse/AP) – Cinquantadue persone sono state uccise oggi in Siria dalle forze fedeli al presidente Bashar Assad, secondo il bilancio fornito dagli attivisti. Uomini armati fedeli al governo di Damasco avrebbero messo in fila almeno 10 persone per poi ucciderle nel quartiere di Baba Amr, a Homs. E’ quanto denunciano gli attivisti siriani. In particolare, Bassel Fouad, attivista fuggito in Libano due giorni fa, riferisce che un collega gli ha raccontato che le truppe siriane stanno conducendo raid casa per casa ed esecuzioni sommarie.

“La situazione – dice Fouad – è più che terribile a Baba Amr. La Shabiha (forze fedeli al regime, ndr) sta entrando nelle case e appicca incendi”. Secondo un collega, gli uomini armati avrebbero appunto radunato dieci uomini nelle prime ore del mattino per poi sparare loro davanti a una cooperativa del governo che vende cibo sovvenzionato. Nell’edificio di tre piani, spiega l’attivista, le forze governative stanno detenendo tutte le persone oltre i 14 anni. “Partono dall’inizio della strada e perquisiscono casa dopo casa. quindi ricominciano da un’altra via”. L’Osservatorio siriano per i diritti umani sembra confermare la versione degli attivisti, riferendo di aver avuto notizia dell’uccisione di 10 persone davanti a una cooperativa e di aver informato una squadra della Croce rossa diretta in città per indagare sul fatto che l’edificio stia venendo usato come prigione.

Tra le altre vittime nel Paese, secondo gli attivisti dell’Osservatorio per i diritti umani almeno dieci persone sono morte nella città di Rastan, vicino a Homs, a causa di un mortaio caduto vicino a manifestanti. Per i Comitati di coordinamento locali vi sarebbero morte 13 persone.

Nel pomeriggio, al convoglio di aiuti umanitari della Croce rossa è stato impedito dalle forze governative di entrare del distretto di Baba Amr, a Homs. Il presidente Jakoba Kellenberger ha dichiarato che la decisione di Damasco è “inaccettabile” e ha aggiunto che il gruppo resterà a Homs per tutta la notte nella speranza di entrare nel distretto “nell’imminente futuro”. Il governo siriano ha dato ieri il permesso alla Croce rossa di entrare nel distretto di Homs, dopo che le forze di sicurezza ne hanno ripreso il controllo. La stessa Croce rossa ha annunciato che è in corso il trasferimento a Damasco dei corpi dei due giornalisti Marie Colvin e Remi Ochlik uccisi a Homs.

Intanto, i due giornalisti francesi Edith Bouvier e William Daniels sono arrivati a Parigi dal Libano, dopo aver lasciato ieri la Siria. Li ha accolti, all’aeroporto militare di Villacoublay, il presidente Nicolas Sarkozy. Ha elogiato il coraggio di Bouvier e “il quasi cavalleresco spirito del suo compagno di sventura, William Daniels, che non l’ha mai abbandonata anche se non era ferito e ha avuto altre possibilità di uscire dal Paese”. Ha detto inoltre, prima di entrare nell’aereo: “Voglio dire nella maniera più solenne che le autorità siriane dovranno rispondere alle autorità legali internazionali per i loro crimini. Quelli che hanno commesso non saranno impuniti”. I due reporter sono stati coinvolti nell’attacco nel distretto Baba Amr di Homs, dove la scorsa settimana sono rimasti uccisi la giornalista americana Marie Colvin e il fotografo francese Remi Ochlik. Bouvier vi è rimasta ferita, mentre Daniels è illeso. Un altro collega britannico, Paul Conroy, è rimasto ferito. Intanto, la procura francese ha aperto una indagine preliminare per omicidio in relazione alla morte di Ochlik e per tentato omicidio per il ferimento di Bouvier. Nell’ambito dell’indagine, ha reso noto l’ufficio del procuratore, rientra l’identificazione e il rimpatrio del corpo di Ochlik.