Putin attacca la politica estera dell’Occidente

Mosca (Russia), 27 feb. (LaPresse/AP) – In un articolo pubblicato oggi sul quotidiano Moscow news, il primo ministro russo Vladimir Putin è tornato ad attaccare Stati Uniti e Occidente, criticati per la politica estera, in particolare per quanto riguarda le decisioni su Siria, Iran e i Paesi attraversati dalle rivolte della primavera araba.

SIRIA. Nel pezzo, Putin si scaglia nuovamente contro un eventuale intervento militare in Siria, dove Mosca non permetterà che si ripetano gli stessi errori commessi in Libia. “Dopo aver imparato la lezione da un’esperienza amara – spiega Putin nell’articolo – siamo contrari a qualsiasi risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite che possa essere interpretato come un segnale d’interferenza militare nei processi domestici in Siria”. Ogni tentativo di sferrare un attacco armato straniero senza l’approvazione dell’Onu, prosegue Putin, danneggerà il ruolo dell’organizzazione e l’intera sicurezza globale. La campagna aerea della Nato in Libia, ha continuato il premier russo ribadendo la posizione di Mosca più volte ripetuta dall’inizio della crisi siriana, ha di fatto aiutato i ribelli a rovesciare il regime di Muammar Gheddafi, andando oltre l’obiettivo della risoluzione Onu finalizzata a proteggere i civili. Nell’articolo, Putin ha poi definito “ciniche” le sanzioni imposte dall’Occidente al governo del presidente siriano Bashar Assad, sostenendo che gli spargimenti di sangue si possano fermare solo con il ritiro dei combattenti dalle città, sia i disertori che i soldati fedeli al regime.

IRAN. In seguito Putin, candidato alle presidenziali del prossimo 4 marzo per il terzo mandato, affronta la questione del programma nucleare iraniano e i segnali di possibili attacchi militari contro Teheran, che secondo lui avrebbero conseguenze disastrose. “La Russia – spiega nell’articolo – è preoccupata per la minaccia crescente di un attacco contro l’Iran. Se questo succederà, le conseguenze saranno davvero catastrofiche e impossibili da immaginare”. La comunità internazionale, continua Putin, deve rendersi conto che Teheran ha il diritto di portare avanti progetti per l’arricchimento dell’uranio dopo aver permesso una supervisione severa da parte dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica”. Il premier russo attacca Washington e i Paesi alleati in particolar modo per sanzioni e uso della forza, atteggiamenti che potrebbero rivelarsi controproducenti e incoraggiare altre nazioni a fabbricare armi nucleari per proteggersi. “L’Occidente – ribadisce – è andato troppo oltre cercando di ‘punire’ alcune nazioni e ha allungato la mano con sanzioni o attacchi militari non valutati e pensati a dovere. Se avessi una bomba atomica in tasca non mi toccherebbero, perché potrebbe costargli caro. I Paesi che non hanno la bomba nucleare, invece, dovrebbero aspettarsi un intervento ‘umanitario'”.

USA OSSESSIONATI DALLA SICUREZZA. Le critiche di Putin si concentrano soprattutto sugli Stati Uniti, “ossessionati” dai pericoli e dagli sforzi per assicurare la propria sicurezza. “Gli americani – sostiene il leader russo – sono ossessionati dall’idea di garantire un’invulnerabilità assoluta per il loro Paese, idea utopica e inflessibile sia dal punto di vista tecnologico che geopolitico”. L’articolo sul Moscov news, incentrato sulla politica estera, attacca in particolare il piano statunitense per il sistema missilistico di Difesa della Nato da istituire in Europa, su cui molti sono i disaccordi. Putin sostiene apertamente che questo progetto di difesa sia pensato per contenere le forze nucleari russe: “Un’invulnerabilità assoluta per un Paese porta a una vulnerabilità assoluta per un altro. Questa prospettiva è impossibile da accettare”.

INTERESSI OCCIDENTE NELLA PRIMAVERA ARABA. Putin mette infine in dubbio le buone intenzioni dei Paesi occidentali riguardo all’appoggio alle rivolte della primavera araba, secondo lui guidato da interessi personali e non dalla volontà di sostenere la democrazia in Medioriente e Nordafrica. Il premier spiega nell’articolo che gli Stati Uniti hanno appoggiato le manifestazioni antigovernative nella regione dichiarando di voler promuovere la democrazia a discapito dei regimi di tiranni, ma in realtà i tumulti hanno portato solo al rafforzamento dell’estremismo religioso e a una ridistribuzione dei mercati. A sostegno della sua tesi, Putin nota che le imprese russe presenti nei Paesi colpiti dalla primavera araba hanno perso terreno e sono state sostituite da aziende di altre nazioni che hanno, invece, sostenuto le rivolte. “Questo – conclude – ci fa pensare che i tragici eventi della regione siano stati spinti non dalle preoccupazioni per i diritti umani, ma da un desiderio di ridistribuire i mercati. Non possiamo guardare questa situazione con una calma olimpica”.