Messico, 9 guardie carcere confessano: Aiutati narcos Zetas a evadere

Monterrey (Messico), 21 feb. (LaPresse/AP) – Nove guardie del carcere di Apodaca, nel nord del Messico, hanno confessato di aver aiutato i narcotrafficanti del cartello della droga Zetas a evadere dalla struttura prima che altri membri dell’organizzazione uccidessero narcos rivali del gruppo del Golfo nella rissa scoppiata domenica scorsa. Lo riferisce il portavoce della sicurezza pubblica dello Stato di Nuevo Leon, Jorge Domene Zambrano, precisando che la fuga sembra essere avvenuta prima degli scontri mortali. I principali funzionari della prigione e in tutto 18 guardie sono stati arrestati per il sospetto di aver aiutato i 30 membri del cartello Zetas a evadere sfruttando il caos sorto con la rissa, in cui hanno perso la vita 44 detenuti, tutti narcos del cartello del Golfo, picchiati e accoltellati a morte.

Il caso mostra quando diffusa sia la corruzione nelle carceri messicane, spesso sovraffollate e finanziate in modo inadeguato dal governo. Il Paese conta solo sei prigioni federali e quindi la maggior parte dei presunti narcotrafficanti dei cartelli vengono spesso trasferiti in penitenziari di Stato con personale impreparato. “Il sistema carcerario messicano è collassato”, spiega a proposito Raul Benitez, professore dell’università nazionale autonoma messicana che si occupa di studi di sicurezza. “In alcuni Stati – continua – le prigioni sono controllate dal crimine organizzato”. Le strutture detentive del Paese, costruite per un massimo di 185mila prigionieri, ne ospitano più di 45mila oltre la loro capacità e spesso si registrano casi di corruzione, come per la fuga di domenica alla prigione di Apodaca. Il governatore di Nuevo Leon, Rodrigo Medina, aveva già dichiarato ieri che l’evasione sarebbe stata impossibile senza l’aiuto delle guardie carcerarie.