Filippine lanciano nuova forza di polizia anti-sequestri

Manila (Filippine), 21 feb. (LaPresse/AP) – La polizia delle Filippine ha inaugurato oggi una nuova forza anti-sequestro per combattere i gruppi di criminali e militanti attivi nel Paese, le cui azioni a fine di estorsione sono una piaga che rischia di allontanare anche investitori e turisti. La nuova forza, spiega Nicanor Bartolome, capo della polizia nazionale delle Filippine, si concentrerà esclusivamente sul problema dei sequestri e sostituirà la polizia anti-crimine e la forza di risposta alle emergenze, che da decenni si occupano del problema.

La nuova forza, per cui lavoreranno centinaia di negoziatori, manager e operativi, potrà contare su un budget più ampio di quello che veniva messo a disposizione dei vecchi organismi. “Il messaggio è: vi colpiremo più duramente”, ha commentato il portavoce della polizia Agrimero Cruz. Da quando è stata creata, nel 2002, la precedente forza anti-sequestro ha affrontato 373 casi di cui sono stati responsabili criminali comuni e centinaia di azioni messe in atto da gruppi militanti, come Abu Sayyaf. Dei 373 casi, l’agenzia di polizia ne ha risolti 113, condannando 140 sospetti e uccidendone altri 164 in attacchi.

Secondo il sovrintendente Isagani Nerez, comandante della vecchia e della nuova forza anti-sequestri, i rapimenti a fine di riscatto sono molto diminuiti negli anni. Nel 2011 ne sono stati registrati 11 ad opera di criminali comuni e 14 ad opera di Abu Sayyaf e altri gruppi militanti. Il miglioramento, spiega Nerez, è da attribuire a una più forte presenza della polizia nei punti caldi e agli attacchi senza sosta che hanno causato lo scioglimento di diverse bande criminali, specialmente nelle regioni di Luzon (nel nord) e di Visayan (nel centro del Paese).

Tuttavia il problema rimane ed è arrivato a coinvolgere in prima persona anche ufficiali di sicurezza. Recentemente, ad esempio, il sindaco di Manila, Alfredo Lim, ha ordinato l’arresto di 10 poliziotti sospettati di aver rapito quattro turisti sudcoreani e averli accusati di falsi reati legati alla droga per estorcere loro 30mila dollari. Un uomo coreano che sembra abbia collaborato all’azione è fuggito, ma poi è stato arrestato in Corea del Sud.

Intanto però, la polizia filippina si rallegra per l’arresto di Ismael, esponente di spicco di Abu Sayyaf, conosciuto con il nome di battaglia Patah Hamjak. L’uomo, arrestato oggi nella città di Isabela, è implicato in diverse atrocità, tra cui la decapitazione di 10 marines avvenuta nel 2007, una grande evasione da un carcere del Basilan nel 2009 in seguito a cui fuggirono 31 militanti islamici, e numerosi attacchi mortali. Nei suoi confronti la polizia aveva emesso decine di mandati di arresto.