Rivolta polizia, presidente Maldive lascia

Male (Maldive), 7 feb. (LaPresse/AP) – “Non voglio fare del male ai maldiviani. Sento che se rimanessi al potere i problemi aumenterebbero soltanto, e questo nuocerebbe ai nostri cittadini. La migliore opzione a disposizione è quella di farmi da parte”. Con queste parole, trasmesse in diretta televisiva, il presidente delle Maldive Mohamed Nasheed ha annunciato le proprie dimissioni, dopo i violenti scontri che si sono verificati nelle prime ore del mattino nella capitale Malè, dove la polizia si è rivoltata contro il capo di Stato. I poteri sono passati ora al vicepresidente Mohammed Waheed Hassan, che ha prestato giuramento e si è affrettato a dire che “non si tratta di un colpo di Stato, ma è il volere della gente”. In passato Hassan ha lavorato per l’Onu e guidato la missione Unicef in Afghanistan.

La decisione arriva in seguito a settimane di proteste dopo l’ordine di arresto del giudice Abdulla Mohamed, a capo della Corte penale, emesso dallo stesso presidente a gennaio. Il giudice, oggi liberato, era stato portato in carcere dopo aver giudicato illegale l’arresto di un attivista critico nei confronti del governo, di cui aveva anche ordinato il rilascio. Le autorità di Malè lo hanno accusato di discriminazione e corruzione. Oltre alle rivolte, l’arresto di Mohamed ha scatenato sdegno pubblico e appelli per la liberazione da parte di Corte suprema, Consiglio per i diritti umani, Commissione per i diritti giudiziari, Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani e dallo stesso vicepresidente.

Dopo settimane di disordini, la crisi ha raggiunto un picco oggi, quando centinaia di poliziotti si sono uniti alla protesta nella capitale Malè dopo l’ordine di ritirarsi dalle strade e quindi togliere la protezione a dimostranti filogovernativi e dell’opposizione che stavano marciando in luoghi vicini. Il ritiro è sfociato in uno scontro con l’esercito in cui sono rimaste ferite almeno tre persone. In seguito gli stessi soldati hanno usato proiettili di gomma sui poliziotti, che hanno poi chiesto le dimissioni di Nasheed.

Il passo indietro rappresenta una sconfitta per Nasheed, ex attivista per i diritti umani e detenuto politico, salito al potere dopo aver battuto nelle prime elezioni multipartitiche del Paese Maumoon Abdul Gayoom, presidente autocratico dal 1978 al 2008. Nasheed negli ultimi anni si è anche dedicato molto alla causa ambientale, fondando il Forum sul clima vulnerabile, per coordinare le politiche ambientali tra un gruppo di trenta Paesi colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici. Per sensibilizzare sul tema dell’innalzamento dell’oceano, l’ex presidente ha anche tenuto una riunione di Gabinetto in muta subacquea sotto’acqua. Se nulla venisse fatto per ovviare al problema dell’arcipelago, dove vivono 300mila persone, disse, sarebbe necessario spostare la popolazione altrove. Nasheed aveva anche annunciato un piano per rendere il Paese a impatto zero in tema di emissioni di carbonio, usando energia solare ed eolica. Un documentario sui suoi sforzi, ‘The Island President’, ha anche vinto premi al Sundance e al Toronto film Festival.

Ma negli anni passati, il presidente è stato preso di mira da diverse proteste. La popolazione ha manifestato contro l’innalzamento dei prezzi causato dalla riforme economiche necessarie, secondo il presidente, per colmare il deficit di bilancio. Gli attivisti islamici hanno protestato invece per chiedere politiche religiose più conservatrici.

In seguito ai disordini, la Farnesina ha raccomandato ai cittadini italiani di “evitare con cura visite nella capitale Malè nei prossimi giorni, fintantoché la situazione non ritorni alla normalità”. Tutto tranquillo, specifica invece, nei villaggi turistici, che “non risentono dei disordini, limitati alla capitale”. “Vi potrebbero essere tuttavia difficoltà con i voli da e per l’aereoporto di Malè, che potrebbero subire ritardi o cancellazioni”, aggiunge il ministero.