Romania, settimo giorno di proteste contro il governo

Bucarest (Romania), 18 gen. (LaPresse/AP) – Proseguono le proteste in Romania contro le misure di austerità e le condizioni di vita nettamente peggiorate. Sono complessivamente 2mila le persone scese in strada in diverse parti del Paese per chiedere le dimissioni del governo. In circa 300 hanno manifestato a Bucarest nel settimo giorno consecutivo di dimostrazioni. I leader dell’opposizione hanno chiesto al primo ministro Emil Boc di destituire il ministro dell’Interno e avviare colloqui per organizzare elezioni anticipate. Il premier ha respinto entrambe le richieste, dicendo che le elezioni anticipate non sono giustificate perché il voto è previsto in autunno. L’opposizione ha annunciato per domani nuove marce di protesta.

Intanto, il nuovo presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, chiede alle autorità di adottare misure economiche urgenti per migliorare le condizioni di vita della popolazione. Schulz ha poi specificato che i governi di tutti i Paesi, ma soprattutto della Romania colpita dalla crisi, dovrebbero ascoltare i manifestanti per conoscere i loro problemi.

Sempre oggi è giunto anche l’appello dell’Organizzazione dei media nel sudest dell’Europa (Seemo) con sede a Vienna, affinché il governo di Bucarest identifichi e porti davanti alla giustizia manifestanti e poliziotti sospettati di aver attaccato nove giornalisti durante le proteste antigovernative nei giorni scorsi. I reporter, spiega l’organizzazione, sono stati attaccati mentre stavano seguendo le manifestazioni contro le misure di austerità a Bucarest domenica e lunedì. Almeno 59 persone sono rimaste ferite nei disordini. Il numero esatto dei giornalisti aggrediti, spiega Seemo, non è chiaro ma nove rappresentanti dei media hanno detto di essere stati colpiti con pietre o bombe Molotov da manifestanti oppure picchiati e detenuti da poliziotti in tenuta antisommossa. Romanian Press Club, associazione che rappresenta giornalisti nel Paese, ha espresso preoccupazione per “alcune azioni eccessive” della polizia nei confronti di reporter. Indira Crasnea, a capo dell’associazione, ha detto di essere al corrente di cinque giornalisti attaccati nei primi giorni delle proteste, quando la polizia aveva un atteggiamento “più duro” nei confronti di dimostranti violenti.