Pepsi multata per 3,1 mln per discriminazione razziale in assunzioni

Washington (Usa), 12 gen. (LaPresse/AP) – Pepsi Beverages Co. pagherà una multa da 3,1 milioni di dollari dopo essere stata accusata di discriminazione razziale nell’ambito dell’assunzione di lavoratori. Secondo la Equal Employment Opportunity Commission, l’agenzia federale americana che ha il compito di garantire pari opportunità al lavoro, l’azienda ha respinto le candidature di persone con precedenti penali. Di conseguenza sono stati esclusi oltre 300 candidati di colore, che più spesso vivono in quartieri a rischio e finiscono per avere problemi con la legge.

Secondo la politica adottata dalla Pepsi, candidati che sono stati arrestati in passato non venivano assunti anche se non sono mai stati condannati per un reato. L’azienda ha anche respinto le candidature di persone arrestate o condannate per reati minori. Secondo la Commissione, si è trattato di una pratica illegale perché precedenti arresti non possono precludere l’assunzione se non sono rilevanti per il tipo di lavoro da svolgere. Dopo che la questione è stata sollevata per la prima volta nel 2006, Pepsi ha iniziato a collaborare con la Commissione. La ditta ha dunque modificato la politica di assunzione e intende offrire lavoro alle persone respinte se sono ancora interessate e hanno le qualifiche necessarie. “Accolgo con favore la volontà di Pepsi di rivalutare la politica e modificarla per garantire che vengano eliminate pratiche ingiustificate”, ha commentato Jacqueline Berrien, a capo della Commissione. Il portavoce di Pepsi, Dave DeCecco, ha spiegato che il controllo di precedenti penali era una pratica neutrale e che non è mai stata intenzione dell’azienda discriminare le minoranze.