Egitto, blogger opposizione libero: Fine al potere di militari

Il Cairo (Egitto), 26 dic. (LaPresse/AP) – Il blogger egiziano Alaa Abdel-Fattah, arrestato il 30 ottobre con l’accusa di aver attaccato i soldati durante una serie di scontri avvenuti al Cairo alcuni giorni prima, è stato liberato ieri sera. Uscito dal carcere, Abdel-Fattah si è recato subito in piazza Tahrir, epicentro della rivolta che a febbraio scorso aveva portato al crollo del regime dell’ex presidente Hosni Mubarak. La piazza continua a essere il centro della campagna contro l’esercito che ha preso il potere dopo la caduta di Mubarak. “Dobbiamo porre fine al potere dei militari”, ha detto l’attivista qualche minuto dopo il rilascio, parlando davanti alla sede centrale della polizia al Cairo. “Non possiamo – ha aggiunto – festeggiare semplicemente il mio rilascio, sappiamo bene che non sono stato io ad aver ucciso delle persone e non abbiamo ancora rintracciato i veri criminali che lo hanno fatto”. Una piccola folla di sostenitori ha di seguito intonato: “La gente vuole la caduta del maresciallo”, un riferimento al capo del Consiglio supremo delle forze armate, maresciallo Tantawi.

Abdel-Fattah ha abbracciato ieri per la prima volta suo figlio Khaled, nato mentre lui era in carcere. Il bimbo è stato chiamato così in onore di Khaled Said, morto nel giugno 2010 mentre si trovava in custodia della polizia. La sua morte aveva ispirato la rivolta contro il regime. Oltre ad Abdel-Fattah, un giudice civile ha ordinato anche la liberazione di altre 27 persone accusate di aver preso parte agli scontri con le forze di sicurezza lo scorso 9 ottobre. Abdel-Fattah era stato detenuto dopo essersi rifiutato di rispondere ad alcune domande in merito alle sommosse, cominciate quando alcune persone avevano assalito con pietre un gruppo di cristiani copti che contestavano un attacco contro una chiesa nel sud del Paese.

Le immagini televisive avevano mostrato l’intervento dei militari, che avevano utilizzato anche veicoli blindati per affrontare la folla. In quell’occasione persero la vita 27 persone, perlopiù cristiani. I militari hanno accusato il blogger di aver incitato i manifestanti cristiani ad attaccare i soldati e di aver rubato un’arma militare, distrutto proprietà dell’esercito e attaccato le forze armate. Il giovane respinge ogni accusa e i suoi sostenitori sostengono che i militari abbiano solo provato a zittire un’importante voce di dissenso. Dal carcere il 30enne ha scritto un articolo di giornale, fatto uscire di nascosto, in cui denuncia che il suo arresto è stato motivato in gran parte dall’insistenza a effettuare le autopsie per determinare le cause delle morti dei manifestanti. Abdel-Fattah ha continuato a ribadire che i procuratori dell’esercito non possono interrogarlo visto che gli stessi militari sono sospettati di essere coinvolti nelle uccisioni. In un secondo momento, il suo caso è stato preso in mano da un giudice civile che ha ordinato il rilascio. Le ragioni della liberazione non sono però ancora state rese note.

La sua condanna aveva suscitato le critiche in tutta la comunità internazionale. Il 30enne è stato il primo attivista egiziano ad aver lanciato un blog alcuni anni fa per organizzare l’opposizione contro Mubarak ed è diventato un simbolo della rivolta contro il potere dei militari. L’arresto di Abdel-Fattah ha anche segnato un nuovo peggioramento delle relazioni tra il movimento di protesta e il maresciallo Tantawi. Da allora i rapporti sono ulteriormente peggiorati e nello stesso tempo non si sono fermati gli scontri tra i manifestanti, che chiedono le dimissioni della giunta, e i soldati. Nelle ultime violenze hanno perso la vita almeno 18 persone.