Khartum (Sudan), 25 dic. (LaPresse/AP) – L’esercito sudanese ha comunicato di aver ucciso il leader del principale gruppo ribelle del Darfur, Khalil Ibrahim. L’uomo era a capo del Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (Jem), incapace di raggiungere un accordo di pace con Karthum. Ibrahim è stato ucciso stamani in un attacco a Wad Banda, nel nord dello Stato Kordufan, a circa 700 chilometri a ovest della capitale. Con lui, sono morti anche altri personaggi chiave del movimento.
I combattimenti si erano intensificati nell’area negli ultimi giorni. Ieri, secondo sempre quanto riferito dall’esercito, i ribelli avevano attaccato in tre zone del Nord Kordufan uccidendo civili. Sebbene il Jem non abbia rivendicato la responsabilità, oggi i militari hanno risposto mentre i ribelli si ritiravano verso il Sud Sudan. “L’esercito ha tagliato tutti i percorsi possibili per il gruppo in ritirata che cercava di raggiungere il Sud Sudan per riorganizzare la forze”, ha detto il portavoce dell’esercito sudanese, il colonnello Khalid al-Sawarmy Saad. “Le nostre valorose forze armate sono state in grado di uccidere il ribelle Khalil Ibrahim, insieme ad alcuni dei suoi collaboratori”. Dopo un lungo inseguimento, ha spiegato ancora il portavoce, le forze armate hanno assediato gli uomini di Ibrahim, sostenute dagli abitanti di Wad Banda, che “hanno dato l’ultimo esempio di patriottismo” a fronte dei “maltrattamenti che hanno ricevuto dalle forze ribelli”.
Ibrahim si era nascosto in Libia fino alla caduta di Muammar Gheddafi ed era tornato in Sudan poco dopo la morte del leader. Il Darfur è in guerra dal dal 2003, quando i ribelli africani presero le armi accusando di discriminazione il governo dominato dagli arabi. Le Nazioni unite stimano che 300mila persone siano morte nel conflitto e 2,7 milioni siano state costrette a lasciare le case. Il governo di Khartum è stato accusato di sostenere miliziani arabi e condurre violente rappresaglie contro i civili.