New York (New York, Usa), 22 dic. (LaPresse/AP) – Susan Rice, ambasciatore statunitense all’Onu, ha chiesto nella notte al Consiglio di sicurezza di raddoppiare gli sforzi per mettere in atto le sanzioni contro l’Iran. Azioni più decise, ha spiegato, potrebbero rallentare il programma nucleare di Teheran e “mostrare all’Iran che per i suoi inganni c’è un prezzo da pagare”. Sull’Iran sono già stati imposti quattro turni di sanzioni per il timore che stia cercando di sviluppare armi nucleari e per il suo rifiuto di sospendere il processo di arricchimento dell’uranio. Teheran però sostiene che il suo programma nucleare sia pacifico e volto solo a produrre energia per uso civile.
Nel suo intervento all’Onu, la Rice ha fatto riferimento al rapporto pubblicato dall’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) lo scorso mese, in cui si parla di attività clandestine che potrebbero essere finalizzate appunto a costruire armi nucleari. “Dopo aver letto il rapporto – ha detto l’ambasciatore – nessuno può credere alle affermazioni dell’Iran, secondo cui il suo programma di arricchimento dell’uranio abbia solo propositi pacifici. La relazione dell’Aiea, ha aggiunto, dimostra che “le sue illecite attività nucleari sono inaccettabili”.
La Rice ha chiesto alla commissione del Consiglio di sicurezza che monitora la sanzioni contro l’Iran e al suo gruppo di esperti di agire in modo “deciso” per mettere in atto i provvedimenti e indagare sulle violazioni. Le sanzioni, che hanno pesantemente inciso sull’economia nazionale, vietano le esportazioni di armi iraniane, proibiscono l’importazione di diversi tipi di armi pesanti, bloccano gli investimenti di Teheran sulle attività estrattive di uranio, vietano l’importazione di materiali legati al settore nucleare e missilistico, congelano i beni di alcuni soggetti chiave, di organizzazioni e compagnie coinvolte nelle attività atomiche e missilistiche. Secondo la Rice, l’inserimento di nuovi soggetti ed entità nella lista delle figure sanzionate “lancerebbe un forte segnale dell’impegno della commissione per rafforzare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu”. Coloro che violano questi provvedimenti, ha aggiunto, dovrebbero essere sottoposti a ulteriori sanzioni mirate.
“L’ultimo fine” degli Stati Uniti, ha specificato ancora la Rice, è assicurarsi che l’Iran assolva i suoi obblighi e risolva le questioni in sospeso con l’Aiea. “Di fronte agli inganni e all’intransigenza dell’Iran – ha detto – la comunità internazionale deve parlare con una sola voce, rendendo chiaro che le azioni di Teheran mettono a repentaglio la pace internazionale e la sicurezza, e non fanno altro che isolare ancor di più il regime”. Contrarie a nuove sanzioni e favorevoli piuttosto al dialogo e a ulteriori sforzi diplomatici per risolvere la questione sono invece Cina e Russia. L’ultimo giro di incontri tra i Paesi coinvolti delle negoziazioni (Iran, Usa, Cina, Russia, Regno Unito, Francia e Germania) si era concluso con un nulla di fatto a gennaio scorso.