Baghdad (Iraq), 22 dic. (LaPresse/AP) – Almeno 69 persone sono morte in una serie di attacchi terroristici condotti oggi a Baghdad. Secondo fonti ufficiali, le esplosioni nella capitale irachena sono state almeno sedici in nove quartieri. I feriti, riferisce Ziad Tariq, portavoce del ministero della Salute, sono quasi 200. La deflagrazione più devastante è avvenuta nel quartiere di al-Amal, dove sembra che una bomba sia stata fatta esplodere quando soccorritori e ufficiali sono giunti sulla scena dopo un primo scoppio. La maggior parte degli attacchi hanno colpito quartieri sciiti, ma hanno coinvolto anche alcune aree sunnite.
Gli attacchi sono l’episodio più grave avvenuto dall’inizio della crisi politica tra sunniti e sciiti iniziata lo scorso fine settimana, che fa temere un nuovo innesco di violenze settarie nel Paese. Lo scontro principale è tra il vicepresidente sunnita Tariq al-Hashemi e il primo ministro Nouri al-Maliki, sciita, che accusa il vicepresidente di aver gestito un commando che puntava a colpire ufficiali del governo. L’esecutivo guidato da Al-Maliki sta chiedendo inoltre un voto di sfiducia contro un altro politico sunnita, il vice primo ministro Saleh al-Mutlaq. Molti sunniti temono che si tratti di una campagna per portare gli sciiti al pieno controllo politico ora che i soldati americani hanno lasciato il Paese.
“La mia bambina – racconta una donna nella zona occidentale della capitale – stava dormendo nel suo letto. I vetri in frantumi sono caduti sulle nostre teste. Suo papà l’ha abbracciata e l’ha portata via. Ora è spaventata nella stanza accanto. Tutti i Paesi sono stabili, perché noi non dovremmo avere stabilità e sicurezza?”. Per ora nessuno ha rivendicato gli attacchi, ma il fatto che siano stati condotti in contemporanea in diversi quartieri suggerisce che potrebbero essere opera di gruppi iracheni legati ad al-Qaeda. L’organizzazione terroristica è stata notevolmente debilitata rispetto ai primi anni di guerra, ma è ancora in grado di lanciare attacchi coordinati di questo tipo.