Messico, 5 anni fa offensiva militare su narcos, ma violenze continuano

Città del Messico (Messico), 20 dic. (LaPresse/AP) – Cinque anni fa il presidente messicano Felipe Calderon lanciava l’offensiva militare contro contro i narcotrafficanti e la guerra delle droga che ha messo a ferro e fuoco il Paese. I soldati dispiegati sono stati 45mila, a cui si sono aggiunte altre migliaia di marines. Benché il governo abbia smesso di fornire dati sul numero di vittime causate dalla lotta dei narcos un anno fa, quando raggiunsero le 35mila, si stima che i morti totali dell’inizio dell’offensiva siano 45mila.

Ieri l’esercito ha diffuso comunque una serie di statistiche sugli attacchi e la risposta armata ai narcos. Dall’inizio dell’offensiva iniziata a dicembre 2006, ha spiegato ai media locali il colonnello Ricardo Trevilla, portavoce dell’esercito, si sono registrati 1.948 tra attacchi, agguati e sparatorie tra trafficanti armati e forze militari. In questi scontri, sono morti 126 soldati dell’esercito e 2.268 uomini armati. Una media di un soldato ogni 18 assalitori. Nello stesso periodo, l’esercito ha arrestato 2.180 sospetti e ne ha feriti 348. I soldati feriti sono stati invece 774.

L’esercito ha ammesso inoltre che le autorità civili hanno avanzato 5.962 cause per violazioni dei diritti umani da parte dei soldati, ma solo 92 casi hanno scaturito raccomandazioni non vincolanti da parte della Commissione governativa per i diritti umani, l’azione più forte che l’organismo possa prendere e che generalmente implica un’indagine, una punizione dei responsabili e misure per assicurare che gli abusi non si ripetano.

Le violenze però non si fermano e sono all’ordine del giorno. Ieri i procuratori hanno annunciato il ritrovamento di una nuova fossa comune clandestina che conteneva dieci corpi senza vita nello stato settentrionale di Durango, in un campo nella periferia dell’omonima capitale. La nuova macabra scoperta, ha spiegato Raymundo Enriquez, portavoce dell’ufficio del procuratore statale, è stata fatta la scorsa settimana. Sono così 14 le fosse simili ritrovate nello stato di Durango nel 2011, per un totale di 287 persone uccise in violenze legate al traffico di droga. L’elevato numero di corpi ha riempito gli obitori utilizzati dalla scientifica, costringendo le autorità ad affittare camion frigo per contenerli. Fino ad ora è stato possibile identificare solo due dozzine di persone. Molte, dopo che nessun parente le aveva reclamate, sono state sepolte. Non è ancora chiaro quale sia la causa di morte delle ultime vittime ma, secondo le autorità, si tratterebbe di una lotta interna al cartello della droga Sinaloa.

Sempre ieri, i resti di due corpi mutilati sono stati ritrovati in un campo da basket e in una piazza della città di Pueblo Viejo, a sud di Città del Messico, nello stato di Morelos. Un messaggio inciso con un coltello è stato rinvenuto sul torso di una delle vittime, ma le autorità non ne hanno rivelato il contenuto. L’attacco, spiega un comunicato, potrebbe essere legato all’uccisione di un ragazzo di 16 anni ritrovato senza vita ieri mattina.

Nella città portuale di Lazaro Cardenas, sulla costa del Pacifico, nello stato di Michoacan, le autorità hanno infine sequestrato 480 fusti contenenti quasi cento tonnellate di precursori chimici utilizzati per produrre metanfetamine. Il materiale chimico, la metilammina, era arrivato su un carico da Shanghai. La sua destinazione finale, secondo i documenti di viaggio, era il porto di Puerto Quetzal, in Guatemala. La città si trova nella zona controllata dal cartello della droga dei Cavalieri Templari, ma nel Centroamerica sono attivi anche i cartelli Sinaloa e Zetas.