Fort Bragg (North Carolina, Usa), 14 dic. (LaPresse/AP) – Il conflitto in Iraq termina in maniera onorabile, “non con una battaglia conclusiva, ma con una marcia finale verso casa”. Così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama parlando da Forte Bragg, struttura militare in North Carolina, dove si è recato oggi per celebrare la fine della guerra in Iraq e onorare le truppe che hanno combattuto e perso la vita nel conflitto. “E’ più difficile porre fine a una guerra – ha detto Obama – piuttosto che che iniziarne una… Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato. Ma c’è comunque qualcosa di profondo nella fine di una guerra che dura da tanto tempo”.
Obama, accompagnato dalla first lady Michelle, ne ha ricordato l’inizio, quando lui era ancora senatore dello Stato dell’Illinois. Non ha tuttavia sottolineato la sua opposizione al conflitto, più volte ribadita in campagna elettorale, né parlato di vittoria. Ha ringraziato invece le truppe per il “risultato straordinario” raggiunto: “La vostra volontà – ha detto ai soldati – si è dimostrata più forte del terrore di chi ha cercato di romperla”. “L’Iraq – ha continuato – non è un posto perfetto”, ma “ci stiamo lasciando alle spalle uno Stato sovrano, stabile e autosufficiente, con un governo rappresentativo che è stato eletto dal suo popolo”.
Tutti i soldati americani lasceranno l’Iraq entro il 31 dicembre, anche se il presidente ha promesso che gli Usa continueranno ad aiutare il Paese per affrontare l’incerto futuro. Poco meno di 4.500 soldati Usa hanno perso la vita nei quasi nove anni di guerra e di questi oltre duecento provenivano dalla base di Fort Bragg. Circa 32mila i feriti. A fine anno, ha concluso Obama, si chiuderà “uno dei più straordinari capitoli della storia dell’esercito americano”.