Dilma Rousseff: America latina risponda a crisi con nuovo paradigma

Venezuela (Caracas), 3 dic. (LaPresse/AP) – “La crisi economica e finanziaria deve essere al centro delle nostre preoccupazioni. Dobbiamo rispondere a questa crisi con un nuovo paradigma”. Così il presidente del Brasile Dilma Rousseff è intervenuta parlando della situazione economica internazionale, durante la giornata inaugurale del primo vertice Celac (Comunità degli Stati latino-americani e caraibici), che si è aperto ieri a Caracas, in Venezuela. L’America latina, ha continuato la Rousseff, deve agire in modo da “garantire il suo attuale ciclo di sviluppo, nonostante la turbolenza economica internazionale”, e questo significa per “ogni politico essere consapevole che ognuno ha bisogno degli altri”.

Come regione, l’America latina e i Caraibi hanno finora meglio resistito alle difficoltà economiche rispetto a Usa ed Europa, raggiungendo lo scorso anno una crescita di oltre il 5%. Il Brasile è una delle economie a crescita più rapida e questa settimana il governo ha promesso aiuti al Fondo monetario internazionale per provare ad alleggerire la crisi del debito in Europa. Nel suo discorso, la Rousseff ha anche espresso interesse a ridurre le importazioni dal mondo esterno all’America latina. “Insieme – ha detto – possiamo essere più forti, insieme possiamo crescere e questo può essere di beneficio a tutti”. A fare eco alla presidente del Brasile è stato anche il capo di Stato della Colombia, Juan Manuel Santos, secondo cui la regione ha un immenso potenziale “in questo mondo che sta attraversando grandi incertezze, dove un uragano sta colpendo le cosiddette economie industrializzate”.

Impossibile negare che gli occhi di Stati Uniti e Cina siano rivolti al vertice di Caracas. A dimostrarlo anche la lettera inviata dal presidente cinese Hu Jintao e letta ad alta voce dal presidente venezuelano Hugo Chavez. Hu Jintao si è congratulato per la nascita della nuova Comunità, formata da 33 Paesi dell’area, e ha promesso di approfondire la cooperazione con il nuovo gruppo, che “contribuirà in modo significativo a rafforzare l’unità e il coordinamento tra i Paesi della regione ad affrontare insieme le sfide globali”. Benché l’influenza statunitense rimanga molto forte nella regione, la Cina è ormai il principale partner commerciale di Paesi come Brasile e Cile. Pechino è stata protagonista ultimamente anche di incursioni diplomatiche, attraverso la concessione di 38 miliardi di dollari in prestiti al Venezuela, in cambio di un aumento delle spedizioni di petrolio. Esplicita invece la volontà da parte di alcuni leader della regione di volersi sottrarre alla lunga influenza statunitense. Ieri, il presidente del Nicaragua Daniel Ortega aveva annunciato: “Stiamo condannando a morte la dottrina Monroe”.