Il Cairo (Egitto), 27 nov. (LaPresse/AP) – A un giorno dall’inizio delle elezioni parlamentari, le prime dalla caduta di Hosni Mubarak, l’Egitto si prepara a una nuova manifestazione, chiamata dagli organizzatori del Cairo ‘Legittimità per la rivoluzione’. Migliaia di persone si sono radunate in piazza Tahrir, nel nono giorno dalla ripresa delle proteste dalla caduta di Hosni Mubarak a febbraio. Almeno 41 dimostranti sono rimasti uccisi e 2mila feriti in queste nuove manifestazioni, gran parte di loro al Cairo. Nella tarda serata di ieri, l’ufficio di Mohamed ElBaradei ha diffuso un comunicato il cui l’ex premio Nobel per la pace ed ex numero uno dell’Aiea si dice pronto a guidare un governo di “salvezza nazionale”, per condurre il Paese fuori dalla crisi politica.
Intanto, il maresciallo Hussein Tantawi ha detto che se l’Egitto non uscisse dalla crisi ci sarebbero “conseguenze estremamente gravi” per il Paese. Le dichiarazioni sono state riferite dall’agenzia ufficiale del Paese. La piazza continua a chiedere che il maresciallo e la giunta militare di cui è a capo lascino il potere in favore di un governo civile, che guidi il Paese nella transizione fino all’elezione di un nuovo presidente. “Non permetteremo a disturbatori – ha detto Tantawi – di intromettersi nelle elezioni. L’Egitto è a un crocevia: se non avremo successo politicamente, economicamente e socialmente le conseguenze saranno estremamente gravi. Non permetteremo che accada”. Domani inizieranno le operazioni di voto delle elezioni parlamentari, le prime dalla caduta di Hosni Mubarak.
“Niente di tutto questo sarebbe successo, se non fossero coinvolte mani straniere”, ha continuato Tantawi, riferendosi alle ultime ondate di proteste. La dichiarazione somiglia molto a quella che fece Hosni Mubarak durante i suoi ultimi giorni al potere, prima di essere destituito dalle rivolte popolari a febbraio. Tantawi è stato ministro degli Esteri del governo di Mubarak per 20 anni. Riferendosi alle migliaia di dimostranti che protestano in piazza Tahrir, al Cairo, ha inoltre detto: “Non permetteremo che una piccola minoranza che non capisce danneggi la stabilità dell’Egitto”. Il maresciallo ha anche detto che né lui né i suoi ufficiali lasceranno immediatamente, spiegando che l’esercito continuerà a restare in carica, durante il periodo verso il passaggio del potere. La giunta militare non ha mai stabilito una data per il trasferimento dell’autorità a una amministrazione civile eletta, promettendo solamente che accadrà prima della fine di giugno 2012.
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