Misurata (Libia), 21 ott. (LaPresse/AP) – I particolari delle ultime ore del colonnello Muammar Gheddafi non sono ancora chiari, ma dalla maggior parte delle testimonianze risulta che il raìs era nel convoglio che ha cercato di fuggire da Sirte e che è poi stato attaccato da aerei della Nato. Due veicoli sono stati colpiti e le forze dei ribelli a terra si sono scontrate con lealisti di Gheddafi per alcune ore. Nel frattempo il colonnello e le sue guardie del corpo sono scappati in un tunnel. I combattenti del Consiglio nazionale di transizione lo hanno inseguito e infine Gheddafi è uscito fuori ed è stato preso da ribelli.
In un nuovo video pubblicato su Facebook si vede il momento in cui il colonnello viene portato dai combattenti verso i loro veicoli. I giovani picchiano Gheddafi, che sanguina e sembra confuso, e gridano: “Muammar, cane!”. Il colonnello gesticola per dire ai giovani di essere pazienti, chiede: “Che succede?”, mentre si asciuga il sangue dalla tempia e si guarda il palmo di una mano. Successivamente si vede un ragazzo portare una scarpa e gridare: “Questa è la scarpa di Muammar! La scarpa di Muammar! Vittoria! Vittoria!”.
Il ministro dell’Informazione del Cnt, Mahmoud Shammam, ha detto oggi che Gheddafi avrebbe ricevuto le ferite fatali dopo la cattura per un proiettile vagante che lo ha raggiunto mentre si trovava sull’ambulanza. Nel video disponibile su Facebook infatti, che mostrano i momenti immediatamente successivi alla cattura, non sono visibili le tre ferite fatali riportate dal colonnello: una alla testa, una al petto e un’altra alla pancia. Nel filmato su un lato della testa del colonnello c’è sangue, ma il raìs sta dritto, parla e ha la forza di opporsi. Non si vede sangue né sul suo petto né sulla pancia. Ad un certo punto la sua camicia viene sollevata fino al petto, ma non si vede nessuna ferita sulla pancia.
Migliaia di persone si sono radunate oggi per le preghiere del venerdì in piazza Martiri, ex piazza Verde, a Tripoli. Un gruppo di uomini ha ballato sventolando la nuova bandiera tricolore della Libia e intonando slogan contro il presidente siriano Bashar Assad, il cui regime sta reprimendo con violenza la rivolta antigovernativa nel Paese. “Tocca a te, Bashar, zenga zenga dar dar”, hanno cantato i manifestanti. ‘Zenga zenga dar dar’ vuol dire ‘strada per strada, casa per casa’ in arabo, frase usata spesso da Gheddafi negli ultimi mesi al potere per indicare il modo in cui le sue forze avrebbero inseguito i ribelli. Alcune donne, che hanno pregato in un’altra parte della piazza, hanno portato uno striscione che recitava: “E’ una nuova mattina senza il colonnello”.
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