Tripoli (Libia), 14 ott. (LaPresse/AP) – Per la prima volta dalla presa di Tripoli da parte delle forze ribelli, ad agosto, la capitale della Libia è tornata oggi ad essere teatro di combattimenti. Le forze rivoluzionarie hanno infatti aperto il fuoco su sospetti cecchini fedeli al Muammar Gheddafi dopo che un gruppo di persone ha provato a issare una bandiera verde, simbolo del regime del raìs, in una delle strade del distretto Hay Nasr, all’interno del quartiere Abu Salim. I combattenti ribelli si sono diretti nella zona a bordo di pickup armati e hanno iniziato ad allestire posti di blocco. Molti hanno iniziato a sparare verso alcuni edifici, convinti che all’interno si nascondessero dei cecchini.
Assem al-Bashir, combattente della Brigata aquila di Tripoli, spiega che i suoi compagni hanno iniziato a sparare dopo aver visto un uomo sollevare su un palazzo la bandiera verde. In tutta la città sono rimbombati i suoni delle esplosioni. Un altro combattente, Ahmad al-Warsly, della brigata Zintan, sostiene che alcuni sostenitori del raìs, armati, avessero organizzato una protesta. Una volta visti dai ribelli hanno provato a fuggire, ma sono stati inseguiti ed è iniziata una dura battaglia di strada. “Sembra che fossero organizzati per dare il via a una grande dimostrazione, quindi sono iniziati gli scontri”, ha spiegato il ribelle. Secondo al-Warsly, un uomo armato di pistola è stato catturato e identificato come sospetto ricercato per l’uccisione di manifestanti nella vicina città di Zawiya.
I testimoni presenti sulla scena degli scontri spiegano che i combattimenti sono iniziati dopo che un gruppo di decine di persone, uomini e donne, ha provato a innalzare la bandiera verde alla fine di una strada ad Hay Nasr. “Ho guadato fuori dalla mia finestra e ho visto tra le 50 e le 80 persone con le bandiere verdi”, spiega un residente dell’area, Abadi Omar che aggiunge: “Ne hanno issata una alla fine della nostra strada e a quel punto sono apparsi i ribelli e queste persone sono fuggite”. Secondo Omar, le forze rivoluzionarie hanno iniziato a perquisire tutti gli edifici della zona e hanno trovato armi sui tetti, alcune delle quali nascoste sotto le cisterne d’acqua. Quindi cecchini hanno aperto il fuoco e la battaglia è cominciata. Ci sono nel frattempo notizie di altre sparatorie nella capitale, ma i dettagli non sono stati confermati.
Intanto continuano gli scontri a Sirte, dove i ribelli hanno attaccato i lealisti rintanati in due quartieri della città con razzi e mitragliatrici. I carri armati dei ribelli e i pickup con armi pesanti montate sui loro rimorchi hanno continuato ad attaccare in particolare la zona nota come Distretto 2, dove secondo i ribelli si nascondono centinaia di lealisti, tra cui forse anche alti esponenti del regime. Negli attacchi i ribelli hanno sofferto diverse perdite. I feriti sono accorsi alle unità mediche sulla linea del fronte e quindi sono stati evacuati agli ospedali da campo nella periferia della città. Le immagini di Ap Television hanno mostrato fumo salire da un edificio e una macchina in fiamme in un’altra zona del centro urbano. Pick-up equipaggiati con armi automatiche sono stati visti per le strade e un ribelle ferito è stato portato in barella su un’ambulanza. Il Cnt insiste sul fatto che la caduta di Sirte sia imminente e si aspetta di dichiararne la liberazione a giorni. Ma le forze di Gheddafi si sono dimostrate pronte a combattere ancora, con una resistenza che la Nato ha definito “sorprendente”. Intanto migliaia di civili sono in fuga per sfuggire alle violenze.
Secondo il ministero della Difesa britannico, la Nato sta conducendo sulle aree di Sirte e Bani Walid “missioni intensive”. Gli aerei da combattimento britannici hanno colpito tre camion appartenenti alle forze del vecchio regime, nascosti fra gli alberi a est di Bani Walid. “I veicoli – spiega il maggiore generale Nick Pope in un comunicato – sono stati agganciati dai nostri aerei, che per distruggerli hanno usato le bombe guidate Paveway”.