Tripoli (Libia), 25 set. (LaPresse/AP) – Una fossa comune che si pensa contenga i resti di 1.270 detenuti uccisi dal regime di Muammar Gheddafi è stata ritrovata vicino al carcere di Abu Salim a Tripoli. Lo annunciato il medico Ibrahim Abu Sahima, della commissione governativa del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) che si occupa della ricerca delle vittime dell’ex regime, spiegando che il ritrovamento è avvenuto due settimane fa. A condurre gli investigatori sul posto sono state le informazioni raccolte grazie agli interrogatori su alcuni militari del regime arrestati e grazie a testimoni. Il massacro al carcere di Abu Salim avvenne il 26 giugno 1996, in seguito a una protesta dei detenuti sulle condizioni della struttura.
“Abbiamo scoperto la verità su quello che il popolo libico ha atteso per anni, e si tratta dei corpi e dei resti del massacro di Abu Salim”, ha commentato Khalid al-Sherif, portavoce militare libico a Tripoli. Gli scavi alla fossa comune non sono ancora iniziati, ma diversi frammenti di ossa e vestiti sono stati ritrovati in superficie. Durante una visita effettuata oggi, soldati e parenti delle presunte vittime hanno setacciato la sabbia e hanno mostrato un paio di pantaloni e alcuni resti ai giornalisti presenti.
La strage nel carcere è uno dei eventi su cui più si è focalizzata la lotta degli oppositori di Muammar Gheddafi. Molti dei prigionieri del carcere erano oppositori politici, compresi religiosi islamici e studenti. Secondo Ibrahim Abu Shim, membro di un comitato impegnato nella ricerca della fosse comune, i libici avranno ora bisogno dell’aiuto della comunità internazionale per accertare la provenienza dei resti, grazie ai sofisticati mezzi per il riconoscimento del Dna.
“Le persone responsabili di questo massacro – commenta Sami al-Saadi, che nella strage ha perso due fratelli, Mohammed e Adel – devono essere portate davanti a un giudice. Ora possiamo dare a tutto il mondo prove certe su Muammar Gheddafi e su come la sua dittatura ha guidato questo Paese e il suo popolo”. Al-Saadi spiega di essere stato fuori dalla Libia nel 1996, ma di aver passato diversi anni in carcere negli anni successivi.
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