Biografia Assange: i suoi segreti in un libro, ma senza permesso

Londra (Regno Unito), 22 set. (LaPresse/AP) – La gioventù, la vita da hacker, la fondazione del sito che ha fatto tremare gli Stati Uniti, l’arresto, le contraddizioni e l’umanità. E’ la figura di uomo messo a nudo quella che emerge da ‘Julian Assange: l’autobiografia non autorizzata’, pubblicata dalla casa editrice britannica Canongate Books e da oggi in vendita nel Regno Unito. Il libro, scritto da un ghostwriter dopo 50 ore di interviste con Assange, ma da lui mai autorizzato, cerca di raccontare tutti i passaggi della vita del fondatore di WikiLeaks. Dall’infanzia in Australia come figlio di un burattinaio giramondo, all’adolescenza, quando divenne un giovane hacker, fino alla fondazione di WikiLeaks e la conseguente diffusione di diari di guerra di Iraq e Afghanistan e di altre migliaia di documenti riservati.

Il libro racconta anche i litigi con i media partner del sito, tra cui Guardian e New York Times, che lo avevano aiutato a rivedere e pubblicare i cablo segreti. Il direttore del New York Times, Bill Keller, “si è trasformato da affamato collaboratore a vendicatore ingrato”, dice Assange nelle pagine del libro, descrivendo poi lo staff del Guardian come “dei cafoni senza fegato che si nascondono dietro ai vetri dei loro uffici”. Il fondatore di WikiLeaks continua dicendo con rabbia che gli ex media partner del sito rivelatore “pensavano che fossimo un branco di hacker strambi e di stupratori”.

Buono spazio è dedicato anche alla vicenda più controversa che lo ha riguardato negli ultimi anni: l’accusa di stupro nei confronti di due donne svedesi che lo ha portato in carcere. “Sarò anche un porco maschilista, ma non sono uno stupratore”, dice Assange nel libro. Entrambe le accusatrici, spiega il fondatore di WikiLeaks, “hanno fatto volentieri sesso con me ed erano ben contente di passare del tempo con me anche dopo”.

La biografia contiene anche un racconto dei nove giorni trascorsi da Assange nella prigione Wandsworth di Londra, dove ha letto le opere dell’autore russo Aleksandr Solzhenitsyn, incarcerato nei gulag, e meditato su Oscar Wilde, anch’egli finito in prigione. La detenzione viene descritta dal fondatore di WikiLeaks come “un miasma kafkiano di aggressione passiva e intralci”. Tra le pagine emerge anche la volontà del governo di Washington di incastrarlo per la diffusione dei documenti che hanno imbarazzato le autorità statunitensi come mai prima. Il 40enne spiega che una fonte d’intelligence occidentale lo contattò per dirgli che il governo americano, furioso per la pubblicazione dei cablogrammi riservati, stava considerando la possibilità di sbarazzarsi di lui “in modo illegale” attraverso accuse di droga o sesso.

Il direttore della casa editrice Canongate, Nick Davies, ha definito l’autobiografia “un ritratto bilanciato e pieno di sfumature” di un individuo complesso. “Assange – prosegue Davies – è stato dipinto in passato come uno dei cattivi di James Bond o come il personaggio di un romanzo di Stieg Larsson, ma quello che emerge dal libro è un ritratto umano di Julian con tutti i suoi pregi e i suoi difetti”. Il libro, per il quale Assange ha ricevuto un anticipo di oltre un milione di dollari, aveva l’obiettivo di salvare le precarie finanze di WikiLeaks. Dopo aver visto la prima bozza, però, Assange si è spaventato e ha fatto un passo indietro, ma i tentativi di rinegoziare l’accordo sono falliti.