New York (New York, Usa), 22 set. (LaPresse/AP) – I diplomatici statunitensi e di oltre 30 Paesi hanno lasciato l’aula dell’Assemblea generale delle Nazioni unite durante il discorso del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad che ha attaccato gli Stati Uniti per varie questioni internazionali, tra cui l’uccisione di Osama bin Laden e la gestione dell’11 settembre. Ad andarsene dopo i primi attacchi all’Occidente sono stati, oltre ai due diplomatici statunitensi esperti di Medioriente, anche gli inviati dei 27 Paesi dell’Unione europea, di Australia, Nuova Zelanda, Somalia, Liechtenstein, Monaco, San Marino e Macedonia. Israele ha boicottato del tutto il discorso di Ahmadinejad.
Il presidente iraniano si è scagliato contro gli Stati Uniti definendoli “potenza arrogante”, guidata dall’ingordigia e ha criticato Washington per l’azione condotta ad Abbottabad per uccidere bin Laden che, a suo parere, andava catturato. “Invece di consegnarlo a una squadra di indagine – ha detto il leader di Teheran – hanno ucciso il principale responsabile (dell’11 settembre, ndr) e hanno deposto il suo corpo in mare”. Ahmadinejad ha accusato gli Stati Uniti di minacciare di sanzioni chiunque discuta gli attentati del 2001. Quando, ha poi continuato, un’indagine indipendente sugli “elementi nascosti” dell’11 settembre è stata lanciata lo scorso anno, “il mio Paese e io stesso siamo stati messi sotto pressione e minacciati dal governo degli Stati Uniti”. Inoltre, ha accusato alcuni Paesi europei, senza specificare quali, di aver utilizzato l’Olocausto come “scusa per pagare una tassa o un riscatto ai sionisti”, aggiungendo che ogni domanda contro la fondazione del sionismo è condannata da Washington come “un peccato imperdonabile”.
Ahmadinejad ha poi attaccato gli Usa e i Paesi ex colonialisti d’Europa per la loro storia di schiavitù, accusandoli di aver causato le due guerre mondiali e di aver utilizzato una bomba nucleare contro “persone indifese”.
Oltre ad aver sottolineato l’appoggio di Washington a dittature militari e regimi totalitari in Asia, Africa e America Latina, Ahmadinejad ha accusato Stati Uniti e Paesi europei di aver perpetrato diverse guerre, causando l’attuale crisi economica e infrangendo i “diritti e la sovranità delle nazioni”, di aver sottomesso milioni di africani alla schiavitù, di aver sganciato “migliaia di bombe su altri Paesi” e di dominare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. “E’ chiaro come la luce del sole – ha continuato – che i padroni degli schiavi e le potenze coloniali che hanno scatenato le due guerre mondiali hanno causato povertà diffusa e disordine con effetti di vasta portata in tutta la comunità internazionale. Queste potenze hanno davvero la competenza e l’abilità di governare il mondo?”.
Il leader di Teheran, ha quindi chiesto “una gestione collettiva e condivisa del mondo per mettere fine all’attuale situazione di disordine, tirannia e discriminazione diffusa”. Nel suo discorso il leader iraniano ha poi notato “il risveglio dei Paesi islamici, alla ricerca della giustizia, della libertà e della creazione di un domani migliore”. E ha poi aggiunto: “Il nostro grande Paese è pronto a dare la mano ad altre nazioni affinché marcino su questa bella strada”.
“Il signor Ahmadinejad – ha commentato Mark Kornblau, portavoce della missione statunitense all’Onu – aveva l’opportunità di occuparsi delle aspirazioni di libertà e dignità del suo popolo, ma ha di nuovo lanciato insulti anti-semiti e teorie del complotto spregevoli”. Durante l’Assemblea di oggi, centinaia di persone hanno manifestato contro la presenza alla riunione del presidente iraniano.