Uomo minaccia tribunale Sydney con sospetta bomba, con lui la figlia

Sydney (Australia), 6 set. (LaPresse/AP) – Un uomo è entrato questa mattina negli uffici legali adiacenti al tribunale del sobborgo Parramatta di Sydney, accompagnato dalla giovane figlia, sostenendo di avere una bomba nello zaino. In un comunicato la polizia spiega che non chiaro perché l’uomo sia entrato negli uffici e di cosa sia esattamente in possesso. Gli agenti hanno creato un cordone attorno all’edificio e i lavoratori negli uffici vicini sono stati fatti evacuare.

L’impiegata Betty Hor racconta di essere stata avvicinata dall’uomo che le ha chiesto di vedere una persona il cui nome però la donna non aveva mai sentito. L’uomo, che secondo la Hor era accompagnato da una bambina di 10 o 11 anni, è salito al piano superiore brevemente, quindi è tornato al tavolo di accettazione e ha ripetuto la sua richiesta. Ha poi lanciato un libro sulla scrivania e ha chiesto all’impiegata di chiamare una persona a lei sconosciuta e il dipartimento del procuratore generale per “dire loro che ho un bomba nello zaino”. La Hor, secondo cui l’uomo era arrabbiato e irritato, ha chiamato la polizia mentre lui è salito al piano superiore, nell’ufficio di un avvocato, sempre assieme alla bambina che lo chiamava “papà”.

Le immagini televisive hanno mostrato l’uomo guardare dalla finestra del secondo piano a petto nudo e con in testa una parrucca simile a quella utilizzata da giudici e avvocati nei tribunali australiani. A un certo punto ha anche sputato sulla parrucca, quindi ha utilizzato una bottiglia di vetro come martello per fare un buco nella finestra dal quale ha urlato e tirato prima la bottiglia poi una cornetta del telefono. Sulla scena sono accorse cinque ambulanze e due mezzi dei vigili del fuoco. Robert Hoffman, che lavora in un edificio adiacente, spiega che polizia ha fatto evacuare gli uffici nei dintorni, spostando le persone a un centinaio di metri dalla struttura dove si trova l’uomo.

La polizia sta cercando di trattare con l’uomo per arrivare a una soluzione rapida e senza feriti.”Stiamo lavorando sulle sue richieste e stiamo cercando di fare il meglio possibile per garantire una risoluzione pacifica. Il fatto che sia lì e abbia fatto certe minacce è ovviamente una preoccupazione”, ha spiegatol’assistente commissario di polizia australiano Denis Clifford. “Non crediamo che l’uomo minacci in qualche modo la bambina, ma ovviamente – ha continuato Clifford – vorremmo assicurare la sua liberazione”. La polizia è stata vista entrare nell’edificio con almeno un’arma automatica.

L’uomo ha avanzato diverse richieste ma le forze di sicurezza hanno rifiutato di rivelare dettagli, dichiarando invece di non essere ancora state in grado di definire i motivi che lo hanno spinto a compiere il suo gesto. A un certo punto, il sequestratore ha teso la mano fuori dalla finestra rotta in precedenza con una bottiglia, facendo con le dita un segno di pace, per poi lanciare fuori un messaggio. Clifford ha detto che il foglietto era indirizzato alla polizia, ma non ha voluto dire quale fosse il suo contenuto. L’assistente commissario della polizia non ha voluto rilasciare dichiarazioni neanche sulle notizie riportate dai media secondo cui l’uomo era stato arrestato ieri presso un edificio del governo dopo essere stato coinvolto in un incidente al Parlamento nazionale a Sydney.

La televisione Ten Network ha inoltre diffuso la notizia che il sequestratore era stato accusato nel 1987 in relazione a una protesta contro la morte di un aborigeno in carcere. “Stiamo cercando di rassicurarlo sul fatto che qui non c’è nessuno che voglia fargli del male e che, allo stesso modo, ci aspettiamo che lui non ferisca nessuno”, ha detto Clifford ai giornalisti. L’assistente commissario ha aggiunto ancora che secondo lui non ci sono relazioni fra questa crisi e il tribunale civile attiguo all’edificio.