Tripoli (Libia), 6 set. (LaPresse/AP) – I documenti dei servizi segreti libici trovati dopo la caduta di Tripoli fanno luce sui retroscena del regime. Dalle intercettazioni, agli spostamenti dei ribelli tenuti d’occhio, dalla lettera di un agente che dice che avvelenerà cibo e bevande di alcuni membri del Cnt, alla propaganda. I fascicoli, tutti in lingua araba, sono stati consultati e fotografati da un giornalista di Associated Press.
Una lettera scritta a mano da un uomo che dice di essersi “infiltrato fra i ribelli” a Bengasi fornisce i nomi di cinque membri del Consiglio nazionale di transizione, con la loro storia e gli hotel che frequentano. L’uomo, che non firma il documento, scrive di essere disponibile a uccidere i cinque. “Posso eseguire qualsiasi operazione suicida mi venga assegnata per uccidere i membri del Consiglio o posso avvelenare il loro cibo e l’acqua che bevono”, si legge. Nessun membro del Cnt è stato ucciso dal regime, ma lettere del genere rendono l’idea di come il capo dell’intelligence, Abdullah al-Senoussi, teneva sotto controllo dal suo compound tutto ciò che avveniva nel resto del Paese.
C’è anche la bozza di una lettera inviata da Gheddafi al presidente degli Stati Uniti Barack Obama fra i tanti fogli, ma non è chiaro se sia mai stata spedita. “E’ necessario sostenere la Libia per liberarsi degli uomini armati di al-Qaida prima che tutto il Nord Africa cada nelle mani di Bin Laden”, si legge nella lettera, in cui si parla dei ribelli definendoli “insorti”, “sabotatori” e “ratti”.
In altri fogli si leggono le versioni della guerra propagandate dal regime, secondo le quali i ribelli sarebbero legati ad al-Qaeda e non avevano alcun supporto da parte della gente e portavano con sé Viagra e preservativi in modo da stuprare le donne. Oltre a questo, indicazioni su come cancellare graffiti anti-regime o eliminare simboli dell’opposizione, per esempio sostituendo bandiere dei ribelli con quelle verdi.
Le intercettazioni erano molto usate. In un solo foglio si citano 30 conversazioni intercettate in una settimana e in un altro sono indicate le coordinate Gps di chi chiama. Da una delle telefonate si evince quanto presto il regime riuscisse a far credere alla sua propaganda: un uomo egiziano dice di aver visto 4mila soldati americani al Cairo, in attesa di entrare in Libia via terra.
Infine denunce da parte delle forze dell’ordine di giri di prostituzione nelle stazioni di polizia. Una lettera dell’Ufficio di investigazione e sorveglianza chiede ad al-Senoussi di intervenire in una stazione che “è diventata un ufficio di alcol, prostituzione e ladri che si impossessano dei beni degli arrestati”. L’uomo riferisce che il suo capo ha drogato una donna egiziana e ha provato a stuprarla finché non è intervenuto un collaboratore a fermarlo.
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