Bruxelles (Belgio), 5 set. (LaPresse/AP) – “Le pratiche di arresto e interrogatorio della Cia sono causa di violazioni dei diritti umani della peggiore categoria sul suolo europeo. I governi interessati hanno favorito segretezza e insabbiamento”. Lo ha detto ad Associated Press Thomas Hammarberg, commissario europeo per i diritti umani, dopo aver chiesto a Lituania, Polonia e Romania di indagare il ruolo che i loro governi hanno giocato nel programma della Cia “di detenzioni segrete e torture” sui sospettati di terrorismo. Hammarberg sostiene che gli ufficiali di quei Paesi abbiano mentito ai propri parlamenti, abbiano reso false dichiarazioni alle organizzazioni internazionali e usato i canali giudiziari (tra cui l’invocazione del segreto di Stato) per tenere nascoste le rivelazioni più compromettenti.
Negli anni ’90, centinaia di voli segreti hanno trasportati i prigionieri dalle carceri della Cia e nella base militare di Guantanamo. In un’indagine del 2007, il politico svizzero Dick Marty ha accusato 14 governi europei di aver permesso alla Cia di gestire centri di detenzione o condurre voli segreti sui loro territori tra il 2002 e il 2005. Anche se i governi coinvolti hanno promesso di indagare sui casi, i loro sforzi sono stati incerti, ha detto Hammarberg, che ha continuato: “Non c’è motivo di essere soddisfatti. Se non riusciamo a rendere conto di queste pratiche che contraddicono sistematicamente i nostri standard e i nostri valori comuni, come impediremo ai governi in futuro di ricorrere alle stesse tattiche?”.
Tra le tecniche di interrogatorio autorizzate dal governo Usa ci sono l’obbligo a restare nubi, l’ammanettamento in posizioni di stress, scomode e difficili da sostenere, la privazione del sonno, la manipolazione alimentare, i pestaggi e il cosiddetto waterboarding. “I metodi di interrogatorio della Cia – continua il commissario – oltrepassano la soglia del trattamento crudele, disumano e degradante, e in molti casi costituiscono tortura”. Il report di Marty sostiene che Polonia, Romania e Lituania siano state particolarmente coinvolte nel programma segreto della Cia. “Oggi, anni dopo – prosegue Hammarberg – l’oscurità avvolge ancora coloro che hanno autorizzato e gestito ‘i siti oscuri’ sul territorio europeo”. In Romania, accusata di non aver indagato su un sito della Cia vicino a Bucarest, l’ufficio del presidente ha detto di non voler commentare, e Norica Nicolai, che guida l’inchiesta parlamentare sul tema, non è per ora raggiungibile. Nessun commento nemmeno dalla Polonia, dove è in corso un’indagine che potrebbe portare i leader in carica allora ad essere accusati di crimini contro l’umanità. Anche la Lituania non ha reagito alle parole di Hammarberg.