Washington (Usa), 18 ago. (LaPresse/AP) – Oggi l’amministrazione Obama chiederà espressamente al presidente siriano Bashar Assad di lasciare il potere, dopo che l’Onu ha fatto sapere che il contestato leader ha annunciato di aver messo fine alle operazioni dell’esercito per reprimere le rivolte che chiedono la sua destituzione. Poche ore dopo l’annuncio, tuttavia, come già accaduto in passato con altre dichiarazioni del regime siriano, è arrivata la notizia che a Homs le truppe hanno attaccato i cittadini, uccidendo 9 persone.
I funzionari statunitensi hanno detto che il segretario di Stato Hillary Clinton formulerà oggi la richiesta ufficiale perché Assad lasci il potere. L’annuncio era stato programmato per la scorsa settimana, ma era poi stato posticipato. I funzionari, con la condizione dell’anonimato, hanno detto che da allora nuovi Paesi hanno condannato la sanguinosa repressione del regime e messo in dubbio la sua legittimità. Secondo Clinton gli Stati Uniti devono agire di concerto con altri Paesi perché le decisioni siano efficaci.
Poche ore prima, l’Onu ha fatto sapere che in un colloquio telefonico tra il presidente della Siria, Bashar Assad, ha detto al segretario dell’Onu, Ban Ki-moon, che le operazioni militari di esercito e polizia nel Paese sono terminate. Ban aveva chiamato Assad per chiedere la fine della repressione delle rivolte.
Le notizie dalla Siria hanno però smentito la notizia. Le truppe di sicurezza hanno ucciso a colpi d’arma da fuoco nove persone a Homs, città nel centro del Paese. Secondo quanto riferiscono l’Osservatorio siriano per i diritti umani e i Comitati di coordinamento locale, la maggior parte delle nove persone è rimasta uccisa nella notte dopo aver partecipato a preghiere in occasione del mese sacro del Ramadan.