Facebook: Abbiamo pistola fumante contro Ceglia,contratto 2003 è falso

Buffalo (New York, Usa), 14 ago. (LaPresse/AP) – I legali di Facebook hanno detto di avere trovato la “pistola fumante” che proverebbe l’infondatezza delle rivendicazioni di Paul Ceglia, l’uomo di Wellsville che sostiene di aver diritto a una quota della proprietà del social network fondato da Mark Zuckerberg. Lo si apprende dai documenti depositati in tribunale prima del confronto fra i legali delle due parti fissato per mercoledì al tribunale di Buffalo. Gli avvocati di Facebook affermano di avere trovato nei computer di Ceglia alcuni file fondamentali perché mostrerebbero che il contratto del 2003 sul quale si fonda l’accusa è un falso. Si tratta del contratto di due pagine firmato fra Ceglia e il fondatore di Facebook in un hotel di Boston il 28 aprile del 2003. Zuckerberg aveva risposto a un annuncio di Ceglia su Craiglist, in cui quest’ultimo chiedeva aiuto per creare un database di mappatura delle strade chiamato StreetFax.

Secondo i propri legali, Ceglia in base all’accordo avrebbe dato a Zuckerberg mille dollari per lavorare al progetto StreetFax e ulteriori mille dollari per sviluppare l’idea di Facebook, a patto di avere in cambio la metà della società. Per gli avvocati della società di Palo Alto, invece, l’accordo non faceva alcun riferimento a Facebook; Ceglia avrebbe manipolato il documento originale inserendo il rimando e avrebbe inventato lo scambio di e-mail con Zuckerberg che porta come ulteriore prova. Adesso Facebook dice: abbiamo trovato delle e-mail sul server di Harvard, da cui si evince che Zuckerberg e Ceglia non avrebbero mai parlato di Facebook, ma solo di StreetFax. E aggiunge: le e-mail sono state recuperate dal server di Harvard, dove Zuckerberg era studente, perché Ceglia si era rifiutato di fornirle.

Ceglia ha fatto causa a Facebook nel 2010, sei anni dopo il lancio del social network, che ora ha 750 milioni di utenti e un giro d’affari di circa 50 miliardi di dollari. Gli ultimi documenti depositati da Facebook spiegano che Ceglia, per ordine del tribunale, ha consentito ai legali di accedere a una serie di computer, floppy disk e migliaia di cd, ma ha negato la consultazione di altri documenti elettronici che avrebbe dovuto fornire. Secondo Palo Alto, tuttavia, “una minuziosa analisi forense” dei computer di Ceglia ha rivelato dati elettronici incorporati che provano che il contratto del 2003 è un falso.

Gli esperti di Facebook sostengono che, anche prima che la Corte ordinasse l’accesso alla copia originale dell’accordo, consultando una versione in fotocopia, avevano stabilito che il documento era stato falsificato perché tra le due pagine del contratto c’era una differenza nell’ampiezza dei margini e nei caratteri. Secondo la difesa, però, le differenze si giustificano perché per stilare il contratto da firmare a Boston, nel 2003 Ceglia avrebbe copiaincollato varie parti di formulari diversi.