Nessun accordo tra Kosovo e Serbia, ancora tensioni nel nord

Pristina (Kosovo), 29 lug. (LaPresse/AP) – Non è ancora stato raggiunto nessun accordo tra il Kosovo e la Serbia nella disputa scoppiata dopo che le unità speciali kosovare a inizio settimana hanno tentato di prendere il controllo di due contesi valichi di frontiera nel nord del Paese. Lo ha fatto sapere il comandante della forza Nato in Kosovo (Kfor), il generale Erhard Buehlerm, aggiungendo che i colloqui tra le due parti guidati dall’Alleanza proseguiranno oggi. Il capo negoziatore serbo Borislav Stefanovic ha accusato la Kfor di schierarsi con i kosovari di origine albanese e di aiutarli a rafforzare il governo di Pristina nei territori cha la Serbia considera propri. “Non siamo stati in grado di raggiungere un accordo perché i comandanti della Kfor non capiscono di essere usati da Pristina”, ha dichiarato Stefanovic.

Intanto la Nato ha preso ieri il controllo dei due posti al confine e i soldati dell’Alleanza hanno ricevuto l’ordine di sparare in caso venissero attaccati. L’area, ha spiegato il portavoce della Nato, il capitano Hans Wichter, è stata dichiarata “zona militare”. Mercoledì sera un gruppo di circa 200 serbi aveva preso d’assalto i valichi, incendiandone uno e uccidendo un poliziotto kosovaro. Ieri il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha tenuto un incontro a porte chiuse sulla situazione in Kosovo, respingendo la richiesta del ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremic, che si era recato a New York chiedendo che la riunione fosse aperta. Alcuni diplomatici hanno tuttavia detto di non voler aggravare ulteriormente le tensioni tra le due parti e hanno invitato il ministro serbo a tornare il mese prossimo, quando si terrà una sessione regolare e aperta sulla missione Onu in Kosovo. “La Serbia crede che le divergenze possano essere risolte soltanto tramite il dialogo”, ha affermato poi Jeremic, aggiungendo che sicuramente tornerà a New York per la prossima riunione del Consiglio.

Il primo ministro kosovaro Hashim Thaci ha intanto difeso la sua decisione parlando ai deputati poco prima del voto su una risoluzione che ha approvato l’operazione della polizia nel nord del Paese. “Al momento – ha ammesso – abbiamo difficoltà e ci sono tensioni, ma non torneremo indietro a nessun prezzo. Questa è la nostra terra, il nostro Paese”. Ieri un kosovaro di origini serbe è stato picchiato e ferito nella città meridionale di Strpce, ma la polizia non ha saputo confermare se si è trattato di un attacco a sfondo etnico.

Sulle tesnioni è intervenuta anche l’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione europea Catherine Ashton che, attraverso una nota, ha dichiarato che Serbia e Kosovo dovrebbero riprendere i negoziati sulla normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Pristina. Dal comunicato si apprende inoltre che il negoziatore dell’Ue visiterà la regione nei prossimi giorni cercando di riportare le due parti al tavolo dei negoziati. La Ashton ha sottolineato che sia Pristina che Belgrado dovrebbero realizzare “qual è la posta in gioco” per entrambe le parti, evitare un’ulteriore escalation di violenza e impegnarsi in modo costruttivo al fine di trovare una soluzione pacifica.