New York (New York, Usa), 13 lug. (LaPresse/AP) – Si è conclusa nel più tragico dei modi la ricerca di Leiby Kletzky, bambino di 8 anni scomparso lunedì, che ha tenuto con il fiato sospeso l’intera comunità ebraica ortodossa di New York. La polizia ha reso noto che resti del corpo del bambino sono stati ritrovati all’interno del frigorifero di una casa di Brooklyn, altri in una valigia rossa buttata nei bidoni dell’immondizia in un isolato vicino. Il bambino è stato ucciso dopo che per la prima volta gli era stato permesso di fare un tratto di strada da solo. I genitori lo avevano da poco accompagnato a fare un giro di ricognizione perché conoscesse il breve percorso da compiere per raggiungere la madre nel quartiere ortodosso di Borough Park. Il bambino però si sarebbe perso e avrebbe chiesto informazioni a un uomo, salendo poi nella sua auto, secondo quanto si vede nelle immagini di telecamere di sorveglianza. Gli agenti hanno arrestato il 35enne Levi Aron, padrone della casa dove sono stati rinvenuti i resti di Leiby, che avrebbe problemi mentali. Secondo il commissario di polizia Raymond Kelly, l’arrestato ha già rilasciato dichiarazioni che lo collegano direttamente alla morte del bambino. Aron è stato accusato oggi di omidicio di secondo grado.
La famiglia di Levi Aron è ortodossa, ma non fa parte della comunità Hasidic a cui invece apparteneva la giovane vittima, e vive a circa una decina di isolati dalla casa dei Kletzy. Quando i detective sono giunti nell’attico alle 2.40 del mattino di ieri (le 8.40 in Italia) hanno chiesto all’uomo, indentificato dalle immagini video, dove fosse il piccolo e Aron ha fatto un cenno verso la cucina. Gli agenti hanno visto del sangue sulla porta del freezer e aprendolo hanno scoperto coltelli insanguinati, un tagliere e i piedi. Quindi hanno continuato la ricerca, rinvendendo, su indicazioni di Aron, il resto del corpo in un sacco di plastica dentro una valigia rossa gettata nell’immondizia in un’altra zona di Brooklyn.
Leiby era stato rapito lunedì a Borough Park, uno dei tre quartieri di Brooklyn dove si concentra la comunità Hasidic, una setta ebraica che segue rigidi precetti religiosi come l’obbligo per gli uomini di indossare abiti neri, tra cui un lungo cappotto e un cappello a tesa larga. Gli uomini, inoltre, spesso hanno lunghe barbe e riccioli di capelli davanti alle orecchie. La maggior parte dei 165mila membri della comunità newyorkese vive proprio a Brooklyn, tra Williamsburg, Crown Heights e Borough Park, dove le strade sono presidiate da gruppi di volontari conosciuti come pattuglie Shomrim.
“Quello che è successo – ha commentato il commissario Raymond Kelly – è l’incubo di tutti i genitori”. La polizia sostiene che sul corpo della vittima non ci siano le prove di una violenza sessuale. Ancora però non sono chiari i motivi dell’omicidio. I medici legali stanno compiendo le analisi per determinare la dinamica della morte.
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