Città del Messico (Messico), 24 giu. (LaPresse/AP) – Una camera funeraria intatta, con quelle che sembrano essere offerte al defunto e dipinti rossi accesi alle pareti. È quanto mostrano le immagini catturate da una piccola telecamera che i ricercatori hanno calato in una tomba Maya finora inesplorata al sito archeologico di Palenque, nel sud del Messico. Sui muri della tomba, risalente a circa 1500 anni fa, si vede una serie di nove figure dipinte in nero su uno sfondo rosso sangue. Sul pavimento, il filmato mostra vasi e ornamenti di giada. L’Istituto nazionale di antropologia e storia ha detto che gli archeologi erano a conoscenza dell’esistenza della tomba dal 1999, ma non erano riusciti ad entrare perché la piramide sopra di essa è instabile e inoltre i murales si sarebbero potuti danneggiare.
Secondo gli archeologi le immagini di una delle tombe dei primi re di Palenque permetteranno di far luce su alcuni dettagli di quella che un tempo fu una grande città-stato. Il pavimento è ricoperto di detriti che a prima vista non sembrano riconoscibili. L’archeologa Marta Cuevas ha confermato tuttavia che la giada e i frammenti notati nel video sono “parte del costume funerario”.
La camera è stata trovata nel complesso di piramidi molto danneggiato conosciuto come l’Acropoli del Sud, in una zona nelle giungla di Palenque non lontana dal tempio delle Iscrizioni, dove nel 1950 fu scoperta la tomba del sovrano Pakal vissuto qualche anno dopo. Mentre quest’ultima è caratterizzata da un celebre sarcofago scolpito, nessuna struttura del genere si vede nel filmato della nuova tomba. Secondo l’istituto però “è molto probabile che i frammenti di ossa giacciano direttamente sulle pietre del pavimento”. Cuevas non esclude che la tomba possa essere parte di un complesso funerario: “Tutto ciò – conclude infatti – ci porta a considerare che l’Acropoli del Sud sia stata utilizzata come necropoli reale durante questo periodo”.
“Questa è una scoperta importante per Palenque, permetterà di comprendere la storia e la politica dell’epoca classica dei Maya”, continua sulla stessa linea Susan Gillespie, professoressa associata di antropologia all’università della Florida, non coinvolta nel progetto. Gillespie ha spiegato che il sito è particolarmente significativo perché i sovrani dell’ultimo periodo che hanno allargato la città-stato tendevano a costruire sopra a templi e tombe dei loro predecessori, rendendone così ancora più difficile la scoperta. “Palenque – ha aggiunto l’esperta – era una capitale Maya dell’est relativamente importante nell’epoca classica, ma le costruzioni durante il periodo di Pakal e di alcuni suoi successori hanno coperto questi siti. Le strutture della tarda età classica le hanno letteralmente sepolte”. I re Maya dell’ultimo periodo hanno scritto quasi in maniera ossessiva della storia di Palenque in lunghe iscrizioni sulla pietra, ma Gillespie ha sottolineato che “trovare una conferma archeologica sui racconti dei primi sovrani è stato estremamente difficile”.
La tomba ha un pavimento che si estende per circa 5 metri quadrati e un tetto ad arco di pietre sovrapposte. Secondo gli esperti è stata costruita tra il 431 e il 550 d.C. e potrebbe contenere i resti di K’uk’ Bahlam I, primo re della città-stato. E’ stata scoperta grazie a un condotto trovato vicino alla cima della piramide principale, che portava verso il basso. Il passaggio di 15 centimetri, però, era troppo stretto e non permetteva di vedere all’interno. Così l’idea della telecamera. “Alcuni dettagli – dice David Stuart, specialista di epigrafia Maya dell’università di Austin, in Texas – fanno notare che all’interno potrebbe essere stata sepolta una nota sovrana Maya di Palenque, Ix Yohl Ik’nal. Lo si può capire dalla data e dalle figure ancestrali dipinte sui muri: la regina è menzionata in diversi testi storici del sito”. Se le supposizioni di Stuart fossero confermate, non si tratterebbe della prima tomba di una nobile scoperta a Palenque. Nel 1994, un team di archeologi ha trovato il sepolcro di una donna soprannominata ‘Regina rossa’ dagli esperti per il colore dei pigmenti che coprivano la tomba, costruita nell’epoca tarda, tra il 600 e il 700 d.C. Non è mai stato provato che si trattasse di una sovrana di Palenque.