Siria, testimone: Ho visto persone decapitate dalle mitragliatrici

Beirut (Libano), 17 giu. (LaPresse/AP) – “Ho visto persone decapitate con il fuoco di mitragliatrici da elicotteri e un uomo torturato a morte con le forze di sicurezza che hanno versato l’acido sul suo corpo”. Questo il racconto di un abitante di Jisr al-Shughour, nel nordovest della Siria, fuggito in Turchia dopo che l’esercito ha preso il controllo della città. La fabbrica di zucchero di Jisr al-Shughour, ha raccontato l’uomo, è stata trasformata in una prigione, dove le forze di sicurezza “organizzano processi veloci e giustiziano chiunque secondo loro abbia partecipato alle proteste”. “Quale è la nostra colpa, abbiamo solo chiesto libertà e democrazia, nient’altro”, ha detto l’uomo, che ora vive in un campo profughi allestito oltre confine dalle autorità turche. Secondo gli attivisti, più di 1.400 persone sono state uccise e circa 10mila arrestate dall’inizio delle proteste antigovernative a metà marzo.

Migliaia di persone hanno manifestato contro il regime del presidente Bashar Assad in diverse città della Siria. Le proteste si sono svolte a Homs e Hama, nel centro del Paese, nei villaggi meridionali di Dael e Otman, nelle città costali di Latakia e Banias, nonché nei sobborghi di Damasco, Qudsaya e Douma, e nella capitale stessa. Circa 2mila persone hanno manifestato nelle città di Amouda e Qamishli, nel nordest, poco dopo la fine della preghiera del venerdì. L’opposizione ha chiamato quella di oggi la ‘giornata di Saleh al-Ali’, dal nome di un leader alawita che guidò una delle prime rivolte contro il dominio francese in Siria. I manifestanti danno un nome diverso a ogni venerdì da quando le proteste sono iniziate a metà marzo e la scelta di un attivista alawita dimostra che agli oppositori del regime non interessano le questioni di appartenenza religiosa. Il regime di Damasco è dominato dalla maggioranza alawita, di cui fa parte anche il presidente Assad. Durante le manifestazioni a Dael, fanno sapere attivisti, sono stati uditi spari da arma da fuoco. Alcuni manifestanti hanno gridato slogan contro il cugino di Assad, Rami Makhlouf, il più influente uomo d’affari del Paese accusato di corruzione.

Intanto l’Unione europea sta preparando una nuova serie di sanzioni alla Siria. Lo fa sapere il portavoce del ministero degli Esteri francese, Bernard Valero, spiegando che “sono in corso colloqui su nuove sanzioni contro aziende”. Un alto funzionario dell’Ue, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha confermato che sono in corso discussioni sulle nuove sanzioni in vista dell’incontro dei ministri degli Esteri del blocco previsto per la settimana prossima. Il funzionario ha aggiunto che una delle cose da decidere è il numero delle aziende da sottoporre a sanzioni.