Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%, con effetto dall’11 giugno 2025. Lo comunica la Bce. Si tratta dell’ottavo taglio del costo del denaro da parte di Francoforte, l’ultimo dei quali lo scorso aprile.
We cut our key interest rates by 0.25 percentage points.
Inflation is currently around our 2% target.
Read today’s monetary policy decisions https://t.co/emy3dvvpjz pic.twitter.com/c2ohoS7H99
— European Central Bank (@ecb) June 5, 2025
Lagarde: “Stiamo arrivando alla fine di un ciclo”
“Con il taglio di oggi e l’attuale livello dei tassi di interesse, in primo luogo, penso che stiamo arrivando alla fine di un ciclo di politica monetaria che stava rispondendo a shock composti, incluso il Covid, la guerra in Ucraina e la crisi energetica. Ma ovviamente, ora viviamo in un periodo diverso, con attori diversi, partner diversi e politiche diverse. Continueremo ad analizzare, valutare, misurare e ad assicurarci di raggiungere il nostro obiettivo a medio termine del 2%”, ha affermato Christine Lagarde.
Lagarde: “Rischi per crescita economica orientati al ribasso”
“I rischi per la crescita economica rimangono orientati al ribasso. Un’ulteriore escalation delle tensioni commerciali globali e delle relative incertezze potrebbe frenare la crescita dell’area dell’euro, frenando le esportazioni e trascinando al ribasso investimenti e consumi”, ha aggiunto la numero uno della Bce.
“Un deterioramento del sentiment dei mercati finanziari potrebbe portare a condizioni di finanziamento più restrittive e a una maggiore avversione al rischio, rendendo imprese e famiglie meno propense a investire e consumare. Le tensioni geopolitiche, come l’ingiustificata guerra della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medioriente, rimangono una delle principali fonti di incertezza”, ha spiegato Lagarde, sottolineando che “al contrario, una rapida risoluzione delle tensioni commerciali e geopolitiche potrebbe migliorare il sentiment e stimolare l’attività. Un ulteriore aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture, insieme a riforme volte ad aumentare la produttività, contribuirebbe anch’esso alla crescita”.
Lagarde: “Decisione quasi unanime”
La decisione di un’ulteriore taglio dei tassi di 25 punti base “è stata una decisione quasi unanime. C’era un membro del consiglio direttivo che non ha appoggiato la decisione. A parte questo, è stata praticamente unanime. Quindi direi che la decisione di tagliare di 25 punti base ha avuto un consenso molto ampio o un sostegno praticamente unanime”, ha detto ancora Lagarde.
Lagarde: “Eccezionale incertezza, nessun percorso prestabilito”
“Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, in conferenza stampa a Francoforte. “Le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.
Lagarde: “Determinata a portare a termine il mio mandato”
Lagarde ha anche parlato del suo futuro. “Posso dirvi con fermezza che sono sempre stata e sono pienamente determinata a portare a termine la mia missione, e sono determinata a portare a termine il mio mandato. Quindi, mi dispiace dirvi che non sono avviata all’uscita”, ha dichiarato la presidente della Bce.
Bce: “inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2%”
La Bce ha comunicato che l’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. Nello scenario di base delle nuove proiezioni degli esperti dell’Eurosistema, l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,0% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e al 2,0% nel 2027.
Le previsioni di Francoforte
Secondo le nuove stime della Bce, l’inflazione complessiva si collocherebbe al 2,0% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. Le revisioni al ribasso rispetto alle proiezioni di marzo, di 0,3 punti percentuali per il 2025 e il 2026, riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori e di un rafforzamento dell’euro. Gli esperti si attendono che l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porti in media al 2,4% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e nel 2027, sostanzialmente invariata da marzo.
Pil a +0,9% nel 2025, rischi da escalation dazi
Per quanto riguarda la crescita del Pil dell’Eurozona in termini reali, secondo gli esperti della Bce si collocherebbe in media allo 0,9% nel 2025, all’1,1% nel 2026 e all’1,3% nel 2027. La proiezione di crescita invariata per il 2025 riflette un andamento nel primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese, associato a prospettive più deboli per il resto dell’anno. Benché ci si attenda che l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo.
L’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più. Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali. Gli esperti della Bce hanno anche valutato che “un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali nei prossimi mesi determinerebbe livelli di crescita e di inflazione inferiori a quelli dello scenario di base delle proiezioni. Al contrario, se le tensioni commerciali dovessero risolversi con esito favorevole, la crescita e, in misura minore, l’inflazione sarebbero superiori rispetto allo scenario di base”.
Codacons: “Con taglio tassi Bce risparmio tra 13 e 30 euro su rata mutui”
In mattinata, in previsione del possibile taglio dei tassi dello 0,25% oggi da parte della Bce sono uscite le stime del Codacons secondo cui, in termini reali, la scelta della Banca Centrale determinerebbe, a regime, un risparmio sulle tipologie di mutuo più diffuse in Italia compreso tra i 13 e i 30 euro al mese.
L’associazione dei consumatori stima l’impatto sulle spese di una famiglia che ha accesso un finanziamento a tasso variabile per l’acquisto della prima casa. Per un mutuo a 20 anni di importo compreso tra i 100mila e i 200mila euro, il risparmio sulla rata mensile varierebbe tra i 13 e i 27 euro, pari a una minore spesa annua tra -156 e -324 euro, analizza il Codacons.
Se il finanziamento ha una durata di 30 anni, il taglio dei tassi dello 0,25% produce un risparmio medio tra i 15 e i 30 euro sulla rata mensile, tra -180 e -360 euro annui. Per un mutuo da 125mila euro a 25 anni, invece, un analogo taglio si traduce in un risparmio di circa 17 euro al mese, con un impatto da 204 euro su base annua. I tassi di interesse sui mutui effettivamente praticati alle famiglie sono calati complessivamente dell’1,38% passando dal record del 4,92% di novembre 2023 al 3,54% di marzo 2025 (dato Bankitalia).
Tuttavia occorre mantenere alta la guardia: la spada di Damocle dei dazi rischia di avere effetti negativi sul mercato dei mutui, portando a rialzi dei tassi di interesse con conseguenze pesanti per le famiglie, conclude il Codacons.