Ftth Conference a Madrid dal 18 al 20 aprile

In Italia sempre più case sono raggiunte dalla fibra ottica in modalità Ftth che consente prestazioni elevate, grazie soprattutto al lavoro di Open Fiber, che ha già raggiunto 14 milioni di famiglie. Ma a fronte dei progressi nella costruzione delle infrastrutture, i numeri sull’adozione della fibra pura da parte degli utenti restano bassi, il che comporta una perdita di opportunità. L’Ftth infatti non solo offre vantaggi alle famiglie, alle imprese e al sistema Paese in termini di competitività ma consente anche un enorme risparmio energetico. Per raggiungere l’obiettivo della migrazione dal rame all’Ftth, l’amministratore delegato di Open Fiber, Mario Rossetti, nel corso della Ftth Conference, il più grande evento sulla fibra ottica del mondo, che si è tenuto a Madrid dal 18 al 20 aprile, ha sottolineato l’importanza di un piano di migrazione progressiva che porti allo switch-off della rete in rame in Europa. Solo così il continente potrà assumere il ruolo di leader nella transizione digitale e verde e raggiungere l’obiettivo prefissato nel Digital Compass, di garantire il raggiungimento di 1 Gbps in download in modo diffuso per le reti fisse entro il 2030, ha sottolineato. Obiettivo che Roma ha anticipato al 2026 con il ‘Piano Italia a 1 Giga’. 
 
Secondo i dati dell’ultimo rapporto ‘FTTH/B Market Panorama 2023’ presentato dall’Ftth Council Europe, l’Italia in termini di copertura ha raggiunto la media europea posizionandosi in Ue al terzo posto in termini assoluti, dopo Francia e Spagna, per unità immobiliari coperte, pari a 14,6 milioni. Buone notizie sono arrivate anche dalle aree rurali (secondo la definizione di Idate, le zone con una densità di popolazione inferiore a 150 persone per kmq). In queste zone – largamente coincidenti con le aree bianche dove Open Fiber sta realizzando una rete ultrabroadband come concessionario pubblico nell’ambito del piano BUL – la copertura dell’Italia è passata dallo 0% del 2017 (quando il piano BUL non era ancora operativo) al 33% del 2022, avvicinandosi sempre di più alla media Ue del 41%. Il nostro Paese resta però ancora indietro dal punto di vista dell’adozione delle reti in Ftth, dove con il suo 22% è ancora molto lontano dalla media Ue 27+Regno Unito, vicina al 53%. “L’Italia si sta muovendo sulla copertura ma la cosa che fa la differenza è l’utilizzo dell’infrastruttura, l’adoption”, ha sottolineato Rossetti.  Il ceo, nel suo intervento all’Opening panel della Ftth Conference, ha illustrato la situazione italiana spiegando perché c’è un ritardo degli utenti a passare alla fibra pura. Per prima cosa bisogna ricordare che le tariffe dei dati della telefonia mobile in Italia sono i secondi più bassi al mondo dopo Israele, quindi è molto facile utilizzare la linea mobile al posto di quella fissa, ha sottolineato, poi ai clienti spesso non è chiara la distinzione tra l’Ftth e l’Fttc (misto rame), e non c’è differenza in termini di prezzo, quindi non sono incentivati a fare il passaggio e le Telco non hanno un interesse economico a far migrare i clienti, considerando anche che la migrazione costa. ” Il governo italiano, in linea con le linee guida della Commissione europea, sta concentrando l’intervento pubblico in termini di costruzione di infrastrutture aggiuntive” ma “questo non è sufficiente” perché il nostro Paese è rimasto indietro in termini di adozione delle reti in Ftth e “su questo noi pensiamo che si possa intervenire a livello europeo”.
 
In particolare attraverso la definizione di regole operative per lo switch off del rame, rendendo l’Europa “il primo continente libero dal rame” e “leader nella digitalizzazione e anche nella transizione verde”, in quanto la rete Ftth comporta un notevole risparmio energetico, ha evidenziato l’ad.  Dalle analisi svolte da Ernst & Young per conto di Open Fiber, che sono state presentate durante un workshop specifico sullo switch off del rame, che si è tenuto il primo giorno della conferenza a Madrid, risulta infatti che in Italia il risparmio energetico conseguente allo spegnimento del rame sarebbe pari a oltre l’80-90% dei consumi. In termini monetari, i risparmi sarebbero di oltre 100 milioni di euro. 

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