Per il prossimo anno prevista una frenata per l'economia del Vecchio continente e un brusco calo per quella italiana: il Pil precipiterà all'ultimo posto dell'eurozona. Gentiloni: "Giustificato e necessario il percorso avviato dalla Bce"

Una frenata per l’economia europea e un brusco calo per quella italiana nel prossimo anno. A delineare il quadro è la Commissione europea che ha presentato le sue previsioni economiche d’estate. Per quest’anno, in realtà, il Pil italiano viene addirittura rivisto al rialzo per il 2022, passando dal 2,4 al 2,9, ma si tratta di un “effetto trascinamento”, come ha spiegato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, dovuto alla riapertura post Covid che ha creato un andamento molto positivo nel nostro Paese, superiore alla media Ue e a Francia e Germania. Il conto però lo pagheremo il prossimo anno, quando, secondo le ultime stime, perderemo un punto netto di Pil – dal 1,9 delle previsioni di maggio allo 0,9 – attestandoci all’ultimo posto dell’eurozona.

Milano, Global Policy Forum presso l’Università Bocconi in collegamento Zelensky
Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire

Brutte notizie anche sul fronte dell’inflazione, che schizzerà al 7,4% quest’anno (nelle scorse previsioni era al 5,9) e raggiungerà una media del 3,4% nel 2023 (4% nell’eurozona). La causa è ancora dovuta in gran parte al caro-energia – che rappresenta più del 40% – ma il timore di Bruxelles è che questa si espanda ai servizi e altri beni, come si sta già verificando, ecco perché il percorso avviato dalla Bce di aumento graduale dei tassi “è giustificato e necessario”, osserva Gentiloni. La conseguenza è che salati reali e potere d’acquisto caleranno, ecco perché occorre intervenire con misure mirate e temporanee sui vulnerabili che più scontano il caro-bollette.

I rischi di una crescita al ribasso che la Commissione aveva indicato a maggio si sono materializzati, osserva l’ex premier, con gli shock provocati dalla guerra in corso, le interruzioni energetiche e il conseguente aumento dei prezzi del gas e la crescita globale che rallenta. La crescita continua e non bisogna lasciarsi andare a immagini catastrofiche o richiami agli anni ’70 e alla crisi energetica seguita alla guerra dello Yom Kippur, avverte il commissario, perché le basi dell’economia sono molto più solide.

C’è tuttavia una grande incognita sempre in agguato dietro l’angolo. Ed è la possibilità di una brusca interruzione degli approvvigionamenti del gas se Mosca dovesse chiudere del tutto i rubinetti. Un’ipotesi che non si può escludere e a cui bisogna prepararsi. La Commissione ha previsto diversi scenari e quello più negativo porterebbe la crescita in territorio negativo, combinando recessione e alta inflazione.

Sul piano delle forniture energetiche Bruxelles sta ultimando i dettagli del piano di emergenza da approntare in caso di interruzione del gas da Mosca e che verrà presentato mercoledì 20 luglio. Vi saranno tutta una serie di misure per la riduzione dei consumi e l’efficientamento oltre a meccanismi di solidarietà tra gli Stati, ma non vi sarà il price cap, almeno per come lo intende l’Italia, ossia un tetto fisso da subito al prezzo del gas importato dalla Russia. E’ una misura che la Commissione sta studiando, su mandato del Consiglio europeo, ma che riguarda scenari di emergenza e non la situazione attuale, rimarca Gentiloni, “una possibilità futura nel caso di un ulteriore deterioramento”. L’Italia, in ogni caso, non è messa così male grazie agli investimenti nella diversificazione delle fonti di energia, che arriva dall’Africa, dall’Azerbaigian e non solo dalla Russia e alla capacità di stoccaggio.

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