La denuncia di Uilm: "Gravissime violazioni nei confronti dei lavoratori in cassa integrazione nell'amministrazione straordinaria"

Inizia l'era anglo-indiana per Ilva. Dopo la trattativa fiume e l'accordo del 6 settembre tra azienda e sindacati, ArcelorMittal ha completato ufficialmente l'acquisizione del polo siderurgico. E' un giorno importante e non simbolico, perché il colosso dell'acciaio dal primo novembre assume il pieno controllo direzionale di Ilva, che formerà un nuovo polo industriale all'interno di ArcelorMittal Europe – Flat Products, e sarà conosciuta come ArcelorMittal Italia.

"La chiusura dell'acquisizione di Ilva è un importante passo strategico per l'azienda. E' una società di qualità che offre un valore unico e un'opportunità di espandere e rafforzare la nostra presenza in Europa – spiega il ceo, Lakshmi Mittal -. Sono fiducioso che riusciremo a risanare l'azienda dal punto di vista finanziario, operativo e ambientale, creando così valore per la nostra azienda, gli stakeholders e l'economia italiana".

Per Mittal è un momento positivo per gli affari: l'utile netto dell'ultimo trimestre è stato di 899 milioni di dollari e le vendite di acciaio hanno raggiunto quota 18,5 miliardi, in crescita del 5% su base annua. Anche il presidente Aditya Mittal non nasconde la sua soddisfazione, spiegando che "la pietra angolare dei nostri impegni di investimento è un programma di investimento ambientale di 1,15 miliardi di euro. Il lavoro è già iniziato e, nel tempo, sono fiducioso che riusciremo a realizzare la nostra visione di trasformare Ilva in uno dei produttori di acciaio leader e responsabili in Europa". Nell'accordo al Mise erano infatti previsti 4,2 miliardi di euro di investimenti di cui 1,8 per il prezzo, 1,25 industriali e 1,15 in investimenti di carattere ambientale. Tutti i gli oltre 13.500 lavoratori avevano avuto sulla carta piena garanzia occupazionale.

Nel giorno della possibile rinascita per Ilva, dopo i tormenti giudiziari dei Riva e la trattativa infinita, spunta però anche il malumore dei sindacati. "Parte malissimo il primo giorno della gestione targata ArcelorMittal nello stabilimento dell'Ilva di Taranto – attacca la Uilm con il segretario generale Rocco Palomebella -. R". La sigla chiede quindi un intervento immediato di Mittal "per correggere scelte sbagliate e inaudite"; l'alternativa saranno "inziative di lotta necessarie".

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