Intervista al docente di Macroeconomics della Università Bocconi.​​​​​​ "Questa legge di bilancio fa più deficit di quanto previsto e lo fa in un momento in cui i dazi sono in salita"

Dopo l'attesa e i numeri monstre, rimangono ancora dubbi e perplessità. Il giorno successivo alla pubblicazione della nota di aggiornamento al Def che prevede di fatto una maxi manovra con misure da 21,5 miliardi e la previsione del deficit al 2,4% per il 2019, gli esperti del settore riflettono sulla Legge di Bilancio del governo gialloverde.

In particolare sono finite nel mirino le stime di crescita dell'esecutivo, che indicano un Pil all'1,5 per cento nel 2019 per arrivare all'1,6 e all'1,4 negli anni successivi. "In realtà la crescita tendenziale del Pil è più bassa di quello che loro prevedono. Secondo le stime previsionali di Confindustria è dello 0,5%, e anche se se uno attacca una manovra espansiva si può arrivare all'1%", spiega a LaPresse l'economista Francesco Daveri, docente di Macroeconomics presso il programma Mba della Business School della Università Bocconi.

Professore, finalmente è arrivata la NaDef. Come giudica i tratti di questa manovra?
"Sono troppo ottimisti. È una manovra che fa più deficit di quanto previsto e lo fa in un momento in cui i dazi sono in salita. Il deficit aggiuntivo è più alto nel 2019, nell'unico anno in cui i tassi saranno più alti negli Usa. Il timing è infelice, si sceglie di andare sul mercato in un momento in cui 'costa tanto' emettere debito".

Parliamo dei numeri. Il governo distribuisce 21,5 miliardi per i punti cardine.
"Le misure previste sono tutte dal lato della spesa, e quasi nessuna sulla riduzione delle imposte. Su 21,5 miliardi complessivi di manovra, circa 19 sono di spesa, non capisco come la Lega possa digerire una manovra simile. Io spero che la Legge di Bilancio venga corretta sotto la pressione dei mercati e dell'Europa".

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