Il Cda avvia l'iter per il commissariamento

L'Unione europea può dare per un periodo di tempo limitato il via libera a un aiuto pubblico per Alitalia "per un orizzonte di 6 mesi, a condizioni molto precise che negozieremo sotto forma di prestito". Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda sottolineando che non si tratterà di "una nazionalizzazione né di cinque anni di amministrazione straordinaria" o di "miliardi di euro di perdite", ma di un "ponte transitorio finanziario". L'annuncio arriva nel giorno in cui il Cda, "data l'impossibilità  di procedere alla ricapitalizzazione", "ha deciso di avviare le procedure previste dalla legge", cioè per il commissariamento. Il cda  "ha preso atto con rammarico" della decisione dei propri dipendenti di non approvare il pre-accordo firmato il 14 aprile tra l'azienda e i sindacati.L'approvazione del verbale avrebbe sbloccato un aumento di capitale da 2 miliardi, compresi oltre 900 milioni di nuova finanza, che sarebbero stati utilizzati per il rilancio della compagnia.

A seguito dell'esito negativo della consultazione referendaria sul verbale di confronto siglato da Alitalia e sindacati, la compagnia precisa che il programma e l'operatività dei voli "non subiranno al momento modifiche". Slitta però l'incontro previsto domani al Ministero dello Sviluppo economico per fare il punto dopo il referendum dei lavoratori sul pre-accordo per il salvataggio dell'azienda. Secondo fonti del Mise, la bocciatura dell'intesa rende necessario attendere le deliberazioni dell'assemblea dei soci della compagnia.

HOGAN: SCONFITTA PER TUTTI "Ci rammarichiamo profondamente per il risultato del voto, che significa una sconfitta per tutti: i dipendenti di Alitalia, i suoi clienti, i suoi azionisti, e lo stesso Paese, di cui Alitalia è un ambasciatore in tutto il mondo". Così in una nota James Hogan, Presidente e Amministratore Delegato di Etihad Aviation Group e Vicepresedente di Alitalia.

POLETTI: NO A NAZIONALIZZAZIONE Su Alitalia "Il tema non può essere quello di un intervento di nazionalizzazione" ha detto il ministro del lavoro Poletti.

CAMUSSO: RIPARTIRE DA PIANO INDUSTRIALE "Bisogna ripartire da un piano industriale credibile, sostenuto anche dalle banche e dal governo, con l'ingresso di Cassa depositi e prestiti" ha detto la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, sull'esito del referendum. "Bisogna chiedere che si riapra la discussione sul piano industriale, che è stato segnato dalla sfiducia dei lavoratori e da un gruppo che ha seguito tre ristrutturazioni successive, tutte con esiti fallimentari – ha aggiunto -. Paghiamo e scontiamo le privatizzazioni così come sono state fatte nel nostro Paese, che si dimostrano anche a distanza di anni disastrose". L'amministrazione straordinaria e la messa in liquidazione dell'azienda significano "la perdita di un patrimonio industriale per il Paese, cosa che dobbiamo prima di tutto mantenere ma serve un piano industriale differente", ha concluso Camusso.
 

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